Rifiuti. Paolucci: 'Parlai con Cosentino"

L`ex commissario vicario perl`emergenzadepone al processo a carico del deputato del Pdl. "Era disponibile a utilizzare Impregeco"
3 aprile 2012
Fonte: Repubblica Napoli

«CON Cosentino mi incontrai in un bar di Mergellina». A rivelarlo è Massimo Paolucci che ieri ha deposto in qualità di teste all`udienza del processo a carico del deputato Pai Nicola Cosentino, accusato diconcorso estemo in associazione manosa. L`excommissario vicario perl`emergenza rifìuti in Campania dal 2002 al 2004 è stato interrogato davanti ai giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dal pm della Dda Alessandro Milita. Paolucci ha confermato l`interessamento dell`ex sottosegretario all`Economia, presente in aula, per il Consorzio Impregeco, un grande ente nato nel 2001 dall`accorpamento dei consorzi di bacino Caserta4, operante sul litorale domizio, Napoli 1 e Napoli 3, che avrebbe dovuto occuparsi di tutto il ciclo dei rifiuti a livello regionale in alternativa allaFibe. Secondo l`accusa il Ce4, allora governato dal centrodestra guidato da Cosentino, era m mano al clan dei Casalesi e la nascita dell`Impregeco caldeggiata dal deputato del Pdl doveva dunque favorire l`ingresso nel business di imprenditori collusi. «Incontrai tré o quattro volte l`onorevole Cosentino—sostiene Paolucci —in una circostanza ci vedemmo in un bar di Mergellina e lì manifestò la sua disponibilità alla soluzione di utilizzare Impregeco nel settore dei rifiuti». Tra gli obiettivi dell`Impregeco, come ha raccontato in una serie diinterrogatoril`expresidente del Ce4, Giuseppe Valente, quello di realizzare e gestire il termovalorizzatore a Santa Maria la Fossa. «Si cercò una soluzione alternativa, di passaggio, cioè l`Impregeco — prosegue l`ex commissario vicario — in quanto le scelte della Fibe circa la localizzazione dei siti di stoccaggio erano inopportune o sbagliate e inoltre i costi del sistema erano eccessivi per i Comuni. Ð cdr costava dai 30 ai 40 milioni in più rispetto alla discarica e, così, quando il cdr era occupato dai manifestanti, si ricorreva a colui che io chiamavo "l`uomo nero", cioè l`imprenditore di Parete, Cipriano Chianese». L`ex assessore comunale alla Mobilità spiega che chiamava così l`avvocato Chianese «perché pensavo che registrasse le nostre conversazioni con un nastro e anche perché Giulio Pacchi mi disse che aveva dei contatti con i servizi segreti». Alla domanda del pm Milita sulla modalità di pagamento di Chianese da parte del Consorzio, Paolucci risponde di non essersi mai occupato del settore economico e della contabilità. L`excommissario vicario infine dice che nelle manifestazioni contro l`ampliamento della discarica a Villa Literno e Giugliano, Ã allora sindaco del Comune di Villa Litemo, Enrico Fabozzi, gli aveva comunicato che inprimafila «c`era uno dei figli delboss del clan dei Casalesi Francesco Schiavone detto Sandokan».

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