Il commissario: frenati da proteste irragionevoli, ho pensato di lasciare

Rifiuti, il piano è bloccato

Vardè: «Il piano per i rifiuti? Rimbalza su un muro di gomma»
3 aprile 2012 - Gianluca Abate
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

ROMA — Annunziato Vardè, prefetto, commissario straordinario chiamato a individuare i siti dove smaltire i rifiuti. Che fine ha tatto il suo piano?
 «I siti potenzialmente idonei sono stati individuati, e sono sono stati anche redatti i progetti preliminari».
 E le verifiche tecniche?
 «Quelle sulle cartografie sono state effettuate, quelle sul campo ancora no a causa dell`opposizione delle comunità locali».
 Sono passati nove mesi da quando annunciò il suo progetto a questo giornale. Perché questi ritardi?
 «Non è esatto parlare di ritardi, ma di tortissime resistenze del territorio ad ogni iniziativa finalizzata alla realizzazione degli impianti».
Quail sono queste «resistenze»?
«La decisa contrarietà degli amministratori dei Comuni interessati e le accese manifestazioni di protesta di comitati ed associazioni, molto numerosi sul territorio, che spesso sfociano nell`occupazione del sito preso in considerazione».
Avranno buoni motivi.
«Ho già detto che questo fenomeno mi sembra riconducibile alla sindrome Nimby: not in my backyard, non nel mio cortile. Una contrarietà Dreeiudiziale che vanifica ogni sforzo finalizzato ad un confronto costruttivo con il territorio, un vero e proprio muro di gomma su cui rimbalzano tutte le iniziative intraprese».
Chiami la forza pubblica.
«Il problema è all`attenzione del prefetto di Napoli».
È il «suo» piano. Protesti. Sbatta la porta. Si dimetta.
«Dopo la redazione dei progetti preliminari, vedendo che non si riusciva ad andare avanti, ho pensato seriamente di lasciare. Poi però, a parte le difficoltà tecniche di eventuali mie dimissioni connesse alle peculiarità dell`incarico, un decreto legge ha reintrodotto i poteri in deroga che, teoricamente, potrebbero consentire di realizzare i siti anche in aree vincolate e quindi superare gli ostacoli».
Annunziato Vardè è l`uomo che il governatore Stefano Caldoro ha nominato un anno fa per individuare e realizzare i siti dove mettere i rifiuti. Li ha trovati, con l`obiettivo «ambientalista» di metter su aree non inquinanti. E li ha selezionati dopo essersi messo a cercare cave chiuse e abbandonate. «La montagna da scalare per realizzare gli impianti, però, s`è rivelata più ardua del previsto». Parola di uno che nella vita ha la passione del ciclismo.
Vardè, dov`è che ha bucato?
«Non ho bucato, ho dovuto mettere la prima. Ma continuo a pedalare, e i progetti preliminari sono stati tutti redatti. E emerso però che il sito tecnicamente perfetto, nella provincia di Napoli, non esiste».
Neppure nelle altre. Ha letto l`inchiesta di Gian Antonio Stella? A Sant`Angelo Trimonté hanno realizzato la discarica su una montagna che frana.
«Ne ho sentito parlare, ma è una questione vecchia, della quale non conosco i particolari. Quel che è certo, invece, è che il territorio della provincia di Napoli non presenta aree ottimali».
Cerchi altrove.
«Non posso. Questo è un problema che prescinde dalla mia volontà: io sono stato incaricato di
realizzare gli impianti nella provincia di Napoli a servizio esclusivo del suo territorio. Questa è una scelta a monte, coerente con il principio della provincializzazione, evidentemente condiviso anche dal legislatore: le altre province dovranno avere i loro siti di riferimento».
Un vicolo cieco?
«No. Se la mia mission è quella di realizzare comunque gli impianti di smaltimento, ciò che posso tare è cercare la migliore soluzione tecnica per limitare al massimo l`impatto sull`ambiente e assicurare piena tutela della salute pubblica».
Come?
«Scegliendo di inviare nei siti non il rifiuto tal quale, ma il compost fuori specifica».
È il «fuori specifica» che preoccupa.
«Su questo sono il primo a dire che occorre un serrato confronto con chi dice no,  ma trovo scarsa disponibilità. I tecnici della materia sostengono che si tratta di un terriccio assolutamente innocuo per la popolazione».
E gli altri ostacoli di cui parlava come si rimuovono?
 «Ï decreto legge del 25 gennaio scorso mi concede poteri in deroga che consentono di superare i vincoli esistenti. Un costruttivo confronto sulla natura degli scarti da smaltire potrebbe servire a superare le altre difficoltà».
Quindi siete in dirittura d`arrivo?
«Purtroppo devo ribadire che ogni volta che ci confrontiamo con i territori incontriamo tortissime resistenze. Proteste che, in determinati casi, potrebbero provocare addirittura problemi di ordine pubblico».
Lei è il commissario, non può procedere d`imperio?
 «La legge prevede che i Comuni debbano essere sentiti, poi devo essere io a confrontarmi con i soggetti istituzionali di riferimento: la Regione, visto che sono stato nominato dal presidente Stefano Caldoro, e la Provincia, dal momento che mi sostituisco ad alcune competenze che la legge ordinaria le attribuisce.  In questo momento, inoltre, occorre garantire l`incolumità degli operatori che devono effettuare i carotaggi nelle aree che abbiamo individuato. Alcuni cittadini hanno effettuato una vera e propria occupazione dell`area, una sorta di presidio permanente».
 Dove?
«A Pozzuoli. Ma accadrebbe lo stesso anche a Napoli, Marano, Sant`Anastasia,  Giugliano. Non si riesce a ragionare. Ed è assurdo che non ci facciano fare indagini tecniche che potrebbero portare anche all`esclusione di quel sito perché ritenuto non idoneo».
Faccia intervenire polizia e carabinieri.
 «Non è una decisione che spetta a me. Io posso, come ho fatto, segnalare l`esistenza di fenomeni che potrebbero mettere a rischio l`ordine e la sicurezza pubblica in caso di esecuzione di determinate attività:  ma, come ho detto, sarà il prefetto di Napoli a valutare per il meglio».
Insomma: nessun pugno di ferro, popolazioni irragionevoli, niente forza pubblica. Scusi Vardè, ma come pensa di riuscire a realizzare il suo piano?
 «Non ho detto questo. Ð presidio delle forze dell`ordine sicuramente ci sarà: e poi stiamo cercando di spiegare che puntiamo su siti sicuri, che le popolazioni non hanno nulla da temere, che lì non finirà il tal quale. E sto concertando tutto con le istituzioni alle quali faccio riferimento».
Fino ad ora non è che abbia avuto grossi risultati da questo punto di vista. Crede che cambierà qualcosa?
«Non lo so, io continuerò fino a quando ci sarà un minimo di spazio per operare  proficuamente».
E se quel «minimo spazio» venisse meno? Pensa di lasciare?
«Sono un servitore dello Stato e farò la mia parte fino in fondo. Vedremo i risultati  che sarà possibile ottenere: certamente non intendo stare qua senza avere la possibilità di proseguire il mio lavoro».

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