Rogo di ecoballe, il Pd: controlli inesistenti, subito la bonifica

29 marzo 2012 - Enrico Ferrigno
Fonte: Il Mattino

ACERRA. Il sito di stoccaggio di Acerra parzialrnente andato a fuoco la settimana scorsa è fuorilegge ed il governo deve bonificarlo. A chiederlo Teresa Armato, l' ex ministro del Celiare Tiziano Treu e altri 15 parlamentari del Pd in un'interrogazione urgente rivolta al premier Mario Monti e al titolare dell'Ambiente Corrado Clini. «La bonifica è prevista dall'accordo di programma siglato dal Comune con il ministero dell'Ambiente e la Regione Campania nel 2009", scrivono i senatori del partito di Bersani chiedendo imotivi della mancata attuazione. E la richiesta non si ferma qui. I parlamentari chiedono anche il risanamento della mega-discarica di contrada Calabricito in cui dal 1995 attendono di essere nmossi migliaia di fusti stracolmi di sostanze tossiche.
Ma pure la rimozione dell'immondizia stoccata nel 2001 dall'allora cornmissariato straordinario nel sito dei fratelli Pellini (sotto accusa per traffico e smaltimento illecito di rifiuti tossici) in contrada Lenza Schiavone e parzialmente dati alle fiamme due anni fa. Armato, Treu e gli altri 15 senatori invitano inoltre inoltre il governo a verificare l'entità di contaniinazione ambientale causata dal rogo delle oltre 7000 tonnellate di indifferenziato accatastale sulla piazzola numero due che ha sprigionato più volte per oltre 12 ore fumi altamente tossici. Sul sito - in cui sono stoccate oltre 100rnila tonnellate di ecoballe dal lontano 2005 e che il Consilio di Stato dichiarò illeggittimo perché mancante di Via - pendeva un'ordinanza di smaltimento immediato firmata dal presidente della Provincia Luigi Cesaro llo scorso 6 marzo L'Asl Napoli 2 aveva poco prima ne intimato lo sgombero della piazzola perché rappresentava «un concreto pericolo sia diretto, che indiretto per la collettività». E cosl anche il Comune che aveva denunciati più volte lo stato di illegalità dello stoccaggio e lo smaltimento a rilento dei rifiuti Sull'incendio, probabilmente innescato da un congegno a tempo, sta indagando la Procura di Nola. Dai primi accertamenti pare che l'impianto antincendio non sia andato in funzione, nonostante fosse perfettamente operativo.

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