La pattumiera
E' la storia degli elementi acquisiti dalla Commissione Bicamerale sul
Ciclo dei Rifiuti della passata legislatura a proposito della Campania. Una delle
poche Commissioni "coraggiose", che ha saputo mettere "sotto torchio"
esponenti di tutte le provenienze politiche.
Per attenermi a tali elementi "l'elenco dei
fatti" è preso proprio dai verbali di tale Commissione, ed alla fine dell'articolo c'è
anche il link al sito dove ci sono tutti gli atti.
Tutti gli elementi acquisiti, hanno portato a confermare quel che già si sapeva: c'è
una grande attenzione da parte della criminalità organizzata nei confronti del
"sistema ciclo integrato dei rifiuti".
Nella maggior parte delle regioni del sud, tale attenzione è orientata secondo due
direttive principali.
La prima vede il realizzarsi di forme di inquinamento episodico e non organizzato; si tratta,
cioè, di attività svolte senza la preoccupazione di seguire le norme ed i
regolamenti, risolvendosi nello smaltimento di rifiuti in assenza di qualsiasi autorizzazione. Si
tratta, in buona sostanza, di un comportamento volto semplicemente a fare del territorio un
luogo di abbandono dei rifiuti.
Questo è il quadro, ad un tempo desolante e preoccupante, in cui si collocano le
indagini svolte, dalle quali è emerso un territorio martoriato per alcune significative
porzioni, e visibilmente oltraggiato da lunghe e numerose colonne di fumo, sprigionate dai frequenti
incendi di rifiuti, fonti incontrollate di inquinamento da diossina e, quindi, di pericolose alterazioni
dell’intera catena alimentare, nonchè di quella dell'acqua.
Nello stesso scenario vanno ad inserirsi gli accertamenti compiuti in Campania dalla SOGIN, su
incarico della struttura commissariale preposta ai rifiuti. In particolare, desta allarme
l’esito delle verifiche compiute in località Calabricito del comune di Acerra,
dove sono state riscontrate percentuali di inquinamento da diossina anche centomila volte
superiori ai parametri di legge.
Per non andare troppo lontani dagli scopi di questo scritto, non mi soffermo sugli
aspetti giudiziari, rinviando a due articoli pubblicati su Altrenotizie.org
(articolo 1, articolo 2).
Per dare idea della "portata" del fenomeno, e restando circoscritti al solo versante
della provincia orientale di Napoli, basti sapere che nel giugno 2004 sono stati accertati
smaltimenti illeciti di olii minerali, piombo, scorie saline, schiumature di alluminio, polveri
di abbattimento dei fumi degli altoforni: il tutto veniva disperso su centoventi ettari di
terreno, ai confini di campi coltivati o di zone sottoposte a bonifica come i Regi Lagni. Una sorta di "triangolo dei veleni" tra i Comuni di Nola, Marigliano
e Acerra, dove sono state sequestrate 25 discariche.
La soluzione escogitata dagli imprenditori era facile ed economica: abbandonare i
rifiuti tal quali sul territorio. O a volte rivendendoli come fertilizzanti. Fanghi
inquinati provenienti dai depuratori di Cuma e Villa Literno, dagli impianti di Capri,
Sant'Agnello, Caivano e da altri Comuni casertani finivano, tal quali, in fondi agricoli,
tra le zolle rivoltate e preparate per la semina; si creava così un humus avvelenato
sul quale venivano coltivati ortaggi e foraggio. Infatti, quel miscuglio limaccioso e maleodorante,
venduto come compost fertilizzante nelle campagne di Villa Literno, Castel Volturno, San
Tammaro, era in realtà una miscela di fanghi contaminati da idrocarburi e metalli pesanti,
che attraverso il terreno finiva, poi, nel ciclo alimentare con gravissime conseguenze per
la salute dei cittadini e per la stessa agricoltura.
La seconda direttrice, invece, passa attraverso la "simulazione" del
rispetto della normativa, gestendo rifiuti tossici e pericolosi mediante false certificazioni
attestanti la non pericolosità degli stessi.
Nonostante la criminalità organizzata in Campania abbia abbandonato l’originario
business della costruzione di maxi discariche a vita breve, dove venivano sversati rifiuti di
ogni genere, lo smaltimento dei rifiuti, sia urbani che speciali, si conferma come settore
centrale nell’economia camorristica. Del resto, l’entità dei capitali che
il settore dei rifiuti movimenta spiega l’interesse della criminalità organizzata
per questo mercato.
Infatti, nel campo della gestione dei rifiuti gli investimenti illeciti trovano possibilità
di guadagno analoghe a quelle presenti nel traffico di sostanze stupefacenti,
delle armi e nel contrabbando.
Questi gli elementi raccolti. Da notare che i personaggi arrestati nelle varie operazioni giudiziarie
sono particolarmente "trasversali" rispetto al panorama politico,
si va infatti da amministratori locali della destra fino a quelli della sinistra radicale,
passando per tutto l'arco costituzionale.
E ancora, l'inchiesta che sto personalmente conducendo sul territorio porta ad un'amara
constatazione: tra la destra e la sinistra, su questo argomento, c'è una
cosa in particolare che non si vede: la differenza.
Cosa possiamo pensare noi cittadini comuni, o noi cittadini impegnati sul territorio in questa
difficile battaglia? Battaglia che, prima ancora che di legalità è di tutela
rispetto alle ricadute che il fenomeno ha sulla salute. Sulla nostra salute.
"Sullo sfondo di quella che può essere definita una vera e propria holding
criminale", racconta in un documento il Presidente della citata Commissione,
"c’è ancora una volta una Pubblica Amministrazione disattenta ed inefficiente
nell’attività di controllo e prevenzione".
Attenzione: non stiamo parlando di casi di "corruzione" di pubblici ufficiali,
casi che anche si sono verificati, beninteso!
Stiamo parlando di qualcosa di più diffuso: di amministratori pubblici disattenti,
di personale che non presta attenzione alla documentazione che passa sulla propria
scrivania, che non si dedica al controllo che tutto sia in regola, che non attende altro
che l'orario di timbratura dell'uscita.
Si sta parlando quindi di un problema che, prima ancora di divenire giudiziario, è
culturale.
La passata gestione dello Stato non ha saputo fare altro che togliere lavoro a tali
amministrazioni pubbliche, e passare tutto ad una gestione privata, o quanto meno privatistica
mediante società municipalizzate.
Ci dispiace dover dare un'ulteriore delusione all'On. Berlusconi, ma anche all'ex ministro
Altero Matteoli, ma guardando le cose "sul campo", questa gestione non ha dato
buoni frutti, si è anche rivelata un colabrodo, peraltro difficilmente controllabile.
Colabrodo che, come denunciato in gennaio da Legambiente, ha portato l'Italia a subire,
dopo il danno, anche la beffa: clan camorristici che hanno riciclato il denaro sporco ricavato
dagli sversamenti inquinanti, hanno fondato aziende "pulite", con consigli
d'amministrazione formati esclusivamente da prestanomi, aziende che si
occupano di... (caso strano) bonifiche di territori inquinati, e si sono fiondate
sugli appalti, dati a privati, per ripulire dalla contaminazione da essi stessi
provocata!
Come ha dichiarato già anni fa il Procuratore Nazionale Antimafia
Pier Luigi Vigna, "Le organizzazioni criminali (...) prima inquinano e poi
si propongono come disinquinatori, e qui troviamo 'l’ammirevole' genialità
napoletana".
A mio modestissimo avviso, a questo punto è prioritario, ai fini di rendere il
settore dei rifiuti quanto più impermeabile possibile all’infiltrazione
camorristica, un sistema integrato di verifiche e controlli, che coinvolga gli organi di
amministrazione, gli organi di governo, ma magari anche le associazioni ambientaliste e
quelle dei cittadini, che instauri in pratica un circolo virtuoso di scambio di informazioni.
Non basta a volte la semplice certificazione antimafia: non troveremo mai più un'azienda
intestata in prima persona ad un boss o ad un suo parente. Il tipo di controllo che si
attua oggi non è in grado di fare alcuna prevenzione, figuriamoci quanto può
cambiare il quadro culturale della nostra cara vecchia Campania..
Allora, si può parlare quanto vogliamo di tutti gli infiniti problemi della povera
Italia e di come si ritrovi messa male dopo cinque anni di governo-pattumiera ma, mentre
si parla di questi massimi sistemi nelle campagne elettorali, è bene ricordare che
una parte d'Italia, che ogni giorno si fa sempre più grande (infatti anche se
per motivi di spazio mi sono limitato alla Campania che ben conosco... ogni luogo
d'Italia nasconde negli armadi scheletri in tema di ambiente), è già
fisicamente ridotta ad una pattumiera. Ma forse il giro d'affari è talmente
alto, in milioni di euro, da non essere inseribile nelle cose "urgenti" per
nessuna formazione di governo...
E mentre si abbassa sempre di più l'età media di chi si ammala di linfoma
mieloide o di carcinoma o di neoplasie al fegato, mentre si riduce il problema dello
smaltimento illegale di tossico-nocivi ad un problema giudiziario o al limite di emergenza rifiuti,
non si vede nulla all'orizzonte in grado di risolvere il problema "a monte": non
si vede una strategia di superamento anche culturale e politico dell’emergenza.
Abbiamo in Campania un Piano Rifiuti varato dalla giunta Rastrelli (centro-destra) e proseguito in
toto, senza alcuna modifica, prima dalla giunta Bassolino (centro-sinistra) ed ora dal Commissariato di Governo. Senza alcuna differenza.
Peccato che si siano visti gli stessi comportamenti, gli stessi illeciti, nei comuni di
centro-sinistra ed in quelli di centro-destra.
Forse il segreto sta in questo, sta nel fatto che oramai siamo sommersi nella
"monnezza" e, come si sa, la "monnezza" non vota. Non è nè
di destra nè di sinistra, ma si fa gestire da entrambi.
Quel che penso, personalmente, è che il futuro della nostra terra passa davvero, come
dicono due parlamentari della suddetta Commissione, attraverso la capacità di
comunicare, modulare, coinvolgere.
Comunicare, con amministratori locali, imprese, cittadini, associazioni, e non imporre piani di smaltimento straordinario o di incenerimento senza consultare nessuno.
Modulare il piano di gestione, cercando di coniugare la protezione dell’ambiente
naturale con le esigenze dell’ambiente sociale e produttivo.
Coinvolgere i cittadini, facendoli sentire attori di un processo più ampio, conveniente e pulito.
Personalmente, sto lavorando su questo terzo fronte, ed ora so che il coinvolgimento dei
cittadini si può davvero ottenere, che non è vero che ci sia insensibilità
diffusa. I primi due punti, invece, sono il vero banco di prova al quale attendiamo la politica
dell'Italia di oggi...