Romano: «A San Tammaro l'Esercito rovinò l'impianto»
NAPOLI — Prosegue l'approfondimento del Corriere del Mezzogiorno sulla mancanza di impianti di compostaggio e di digestori anaerobici in Campania. Quelli indispensabili a trasformare l'umido proveniente dalla raccolta differenziata in fertilizzante. Una carenza drammatica, che costringe ad inviare in altre regioni - al costo di 15o euro a tonnellata - scarti alimentari e di vegetazione intercettati con il porta a porta. Interviene su questo tema l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano.
Il 2 novembre annunciaste lo stanziamento di 11 milioni per il completamento di tre impianti: Eboli, San Tammaro, Giffoni. Sono trascorsi 4 mesi e nessuno dei tre è in funzione. Perché? «Eboli andrà a regime in estate. Gli altri entro la fine del 2012. Eboli garantirà una capacità di trattamento di 21.000 tonnellate all'anno. Giffoni e San Tammaro di 30.000».
La giunta è in carica da due anni. Perché ancora non sono stati completati? «E più difficile intervenire su situazioni pregresse che realizzare ex novo. Pensi che a San Tammaro erano state stoccate le ecoballe e che, per rimuoverle, i mezzi dell'Esercito hanno danneggiato la struttura».
Ottantunomila tonnellate all'anno sono una goccia nel mare, rispetto alle necessità. Ci sono altri progetti? «Intanto a Salerno c'è un digestore da 30.000 tonnellate. C'è l'impianto di Teora, da 3000. E contiamo di recuperare anche Moli-nara, da 6000, sequestrato perché impropriamente adibito allo stoccaggio provvisorio».
La Campania, però, produce almeno 800.000 tonnellate di umido all'anno. Obiettivo è differenziarle tutte, ma senza impianti per farne fertilizzante come si fa? «Una parte dei 150 milioni di fondi Fas da destinare alla differenziata servirà appunto Regione L'assessore Giovanni Romano alla realizzazione di siti di compostaggio e di digestione anaerobica. Poi ci sono i fondi della misura 1.1: 330 milioni».
Bloccati, come sa. «Non possiamo rendicontare perché manca il piano delle bonifiche. Sarà pronto a novembre e le risorse europee sbloccate».
Napoli non ha né un sito di compostaggio, né un digestore anaerobico. La Regione darà una mano? «Sì, attraverso le risorse che saranno destinate anche alla metropoli. Cominciando, appunto, dai fondi Fas».
Come è possibile che la Campania si trovi, dopo 17 anni di commissari ai rifiuti, quasi senza impianti di compostaggio? «Se è stata una scelta consapevole, la definirei criminale. Preferisco credere che si sia drammaticamente sottovalutata l'importanza della raccolta differenziata».