Ex Lavajet sciperano, il prefetto: ora basta
Sodano: 66 siti abusivi a Napoli «A Napoli vi sono 66 discariche abusive e ogni mese vi si raccolgono 2000 tonnellate abbandonate da residenti in altri Comuni, trovato persino un cavallo morto»
NAPOLI — Ritornano i cumuli di immondizia nel centro di Napoli, per uno sciopero improvviso degli ex lavoratori della Lavajet, impresa ligure che fino a due mesi fa effettuava in appalto la raccolta in alcune zone della città. Sono circa 25o e sono stati assorbiti da Asia, nell'ambito del processo di internalizzazione del servizio da parte della società di igiene urbana dell'amministrazione comunale.
Tuttavia, spiega Raffaele Del Giudice, il presidente di Asia, «reclamano un mese di stipendio mai versato più diversi oneri contributivi arretrati dalla loro ex ditta». Per sbloccare la vertenza e far sì che la raccolta della spazzatura riprenda al più presto, ieri nel tardo pomeriggio Del Giudice e Sodano hanno incontrato "i rivoltosi", ai quali il Prefetto Andrea De Martino preannuncia il pugno duro: «Ritengo che appena verranno presentate le denunce necessarie occorra provvedere con urgenza e anche massima severità». Ieri, diciassette Comuni, Prefettura, associazioni di categoria, Camera di Commercio, Conai, Anas e Provincia hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per attività di prevenzione, controllo e rimozione dei rifiuti abbandonati illecitamente sulle strade extraurbane e per impedire lo smaltimento illegale attraverso roghi. «Si tratta di creare un circuito virtuoso», ha detto il prefetto. «Le aree», ha aggiunto, «devono essere innanzitutto bonificate. Dopo bisognerà intensificare l'opera di vigilanza per evitare nuovi sversamenti». I costi saranno sostenuti soprattutto dalla Provincia.
Proprio l'assessore provinciale all'Ambiente, Giuseppe Caliendo, peraltro, non ha nascosto la difficoltà dell'operazione: «Quanto si vede lungo alcune strade della provincia non si registra neanche nei paraggi delle favelas del Brasile. Per scongiurare il fenomeno dell'abbandono lungo le strade è necessario attivare penalità». Il problema degli sversamenti abusivi tocca da vicino la stessa metropoli partenopea, come ha ricordato Sodano: «Lungo le strade della Comune ci sono 66 discariche di rifiuti e ogni mese in città si contano 2000 tonnellate di spazzatura abbandonate da cittadini residenti nei Comuni limitrofi al capoluogo». In una occasione, Asìa ha provveduto alla costosa rimozione persino della carcassa di un cavallo. Ad Acerra, infine, Asl ed Arpac si accingono ai campionamenti sul suolo e sugli ortaggi coltivati in località Pantano, quella dell'inceneritore, dopo il rogo delle balle di immondizie accatastate in una delle piazzole davanti all'impianto. «Ottomila tonnellate almeno», ricorda l'ex sindaco Tommaso Esposito, «che stanno lì da giugno, da quando un'ordinanza del presidente della Provincia, Cesaro, consentì di stoccarle ancora ad Acerra. Mai sono state rimosse». Se gli accertamenti su frutta, verdura e terreno evidenzieranno la presenza di sostanze nocive, scatterà il divieto di vendere quanto coltivato nel sito di Pantano. Continuano intanto le indagini. Certo è che Acerra non trova pace, mentre attende ancora, da anni, che siano bonificati siti altamente inquinati. Calabricito è uno di essi.