Rifiuti, il decreto diventa legge: è polemica
NAPOLI I rifiuti della Campania potranno essere trasferiti nelle altre regioni solo con intese bilaterali tra gli enti. È quanto prevede il decreto Ambiente convertito in legge al Senato. «Lo smaltimento di tali rifiuti in altre regioni - è scritto - avviene in conformità al principio di leale collaborazione, mediante intesa tra le regione Campania e la singola regione interessata». Il provvedimento, quindi, passa con la blindatura vista anche l'imminenza della scadenza fissata a lunedì prossimo. Tra gli altri punti fissati nell'articolo 1, la realizzazione di impianti per la frazione organica; l'ampliamento dei compiti e prolungamento del mandato dei commissari straordinari regionali; la proroga al 31 dicembre 2013 del termine per l'aumento all'8% della capacità ricettiva degli impianti di compostaggio nazionali. Anticipato al 31 dicembre di quest'anno il termine per l'elaborazione, da parte del ministero dell'Ambiente, di un Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti. Il termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa non sarà più realizzato, mentre quello di Acerra non dovrà essere più acquistato dalla Regione. Inoltre, viene confermata l'indicazione di un impianto di di recupero e smaltimento di rifiuti a Giugliano. E non mancano le reazioni del parlamentari. Pina Castiello, vicecoordinatrice vicaria del Pdl provinciale di Napoli, sottolinea che «gli esponenti del nostro partito hanno votato in maniera convinta contro la norma contenuta nel decreto che subordina all'accordo preventivo tra le Regioni la possibilità di trasferimento dei rifiuti fuori dalla Campania. Ed è una norma che in questo momento rischia solo di provocare in Campania una nuova emergenza rifiuti». Sul fronte del Pd, Enzo De Luca chiarisce che «pur esprimendo un voto positivo, non si può non avere qualche rammarico. Prima di tutto per lo stravolgimento del testo approvato alla Camera. Se prima era il Governo a promuovere, nella Conferenza Stato-Regioni, l'accordo interregionale per lo smaltimento dei rifiuti fuori dalla Campania, adesso ci vogliono le intese tra gli enti». Astenuta la Lega, che attacca il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: «Se è così bravo come professa su tv e giornali, dicendo che l'emergenza a Napoli è risolta, perché il primo cittadino partenopeo vuole continuare a portarli fuori? L'emergenza rifiuti a Napoli dura dal 1994, come la si può definire ancora tale? Finora è costata 1.067 milioni di euro, 647 del Fas e 420 a carico del bilancio dello Stato. Per cui sono stati sprecati i soldi dei contribuenti, senza che sia stata trovata una soluzione dignitosa al problema». E l'assessore veneto Maurizio Conte parla di «vittoria della Lega in Veneto, perché io e il governatore Zaia ci siamo battuti affinché i nostri impianti non ricevessero una sola tonnellata di rifiuti. Ed abbiamo portato a casa un risultato importante». E l'esponente dell'Idv (che ha votato contro il decreto) Nello Di Nardo è critico: «C'è un Governo di tecnici e questo è il secondo decreto con il quale la Camera azzera il lavoro del Senato. È già accaduto con il decreto legge sul sovraindebitamento ed anche in quella - casione l'Id. segnalò le criticità del metodo che si stava seguendo: allora come oggi, il Governo prima sostiene l'approvazione di numerose proposte emendative in Senato e poi, alla Camera, appoggia la soppressione di quegli stessi emendamenti. Votiamo contro il decreto ambiente perché è ancora una volta una scatola vuota».