La Lega esulta: «Dopo 20 anni spesi 1067 milioni in Campania». De Magistris: «Scelta contro Napoli e la Campania»

C'è la legge: stop ai rifiuti fuori regione

Il Pdl accusa il Pd per il voto a favore. Caldoro: «Seguiti interessi di parte»
Giovanni Romano «Per ora non ci sarà nessun blocco, attendiamo che il Consiglio di Stato si pronunci su come classificare i rifiuti campani lavorati negli stir»
22 marzo 2012 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Non sarà più possibile trasferire i rifiuti campani senza l'accordo preventivo tra Regioni. Il decreto è diventato definitivamente legge, ieri, con il voto del Senato. Un risultato politico che ha consentito alla Lega Nord di esultare: «La cosiddetta emergenza rifiuti di Napoli perdura dal 1994 — ha commentato il senatore leghista, Giuseppe Leoni —: come si può chiamare ancora emergenza? Fino ad oggi è costata 1.067 milioni di euro (di cui 647 milioni a valere sui fondi FAS e 420 milioni a carico del bilancio dello Stato). Ciò significa che è stata spesa un'enormità di soldi dei contribuenti, senza che alla fine si sia trovata una soluzione dignitosa».
Ma il rischio di un blocco dei flussi resta, per ora, secondo il parere dell'assessore regionale all'ambiente della giunta Caldoro, Giovanni Romano, «piuttosto remoto». Perché? «11 condizionale è d'obbligo — spiega Romano — giacché occorrerà verificare le interpretazioni che saranno date al testo normativo. Il quale sancisce l'intesa tra Regioni esclusivamente per il rifiuto talquale, quello non trattato. Il rifiuto campano, invece, viene sottoposto a un processo di lavorazione negli impianti che, quindi, finisce per classificarli come speciali. Sebbene, per la soluzione di questo nodo, siamo in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato e del ministero dell'Ambiente». In verità, sarà dirimente proprio il parere del Consiglio di Stato, previsto per il 26 giugno, sulla classificazione del prodotto lavorato negli impianti campani. L'assessore all'ambiente della Puglia, Lorenzo Ni-castro, che già in passato era intervenuto polemicamente sul trasferimento di 6o mila tonnellate di frazione umida presso alcuni impianti del Tarantino, si mantiene, invece, prudente: «L'estate scorsa — ricorda — da parte della Campania si registrarono alcune inadempienze sull'osservanza del protocollo con il quale si stabilivano le regole per il trasporto di frazione umida in Puglia. Ora, attendo la pronuncia del Consiglio di Stato sulla classificazione del talquale lavorato negli impianti stir della Campania: se dovesse essere confermata la classificazione di rifiuto solido urbano tout court, il problema si presenterebbe con tutte le altre regioni d'Italia». Intanto, il voto di ieri ha fatto registrare anche una profonda spaccatura nella rappresentanza parlamentare campana. La deputata del Pdl, Pina Castiello, ha accusato i colleghi del Pd: «Sia alla Camera che al Senato, i parlamentari campani del Pdl hanno votato in maniera convinta contro la norma contenuta che subordina all'accordo preventivo tra Regioni la possibilità di trasferimento extra-regione dei rifiuti. Rileviamo, al contrario, l'atteggiamento degli esponenti del Pd campano che, anche al Senato, hanno votato contro l'emendamento soppressivo della norma». Il senatore del Pd, Enzo De Luca, vicepresidente della commissione bicamerale sulle ecomafie, ha confermato: «Nell'esprimere il mio voto positivo sul decreto non posso non consegnare qualche rammarico. Prima di tutto per lo stravolgimento del testo operato alla Camera. Con le modifiche apportate la spazzatura della Campania, che faticosamente sta uscendo dalla ventennale emergenza rifiuti, potrà esser smaltita fuori regione soltanto dopo l'intesa con la singola regione interessata, mentre prima, secondo una modalità a mio parere istituzionalmente più corretta, era il Governo a promuovere in Conferenza Stato-Regioni un accordo interregionale per lo smaltimento dei rifiuti campani». Un appello a modificare la legge è arrivato dal governatore Stefano Caldoro: «Dobbiamo cambiare la legge, ci deve essere impegno del Governo e dei parlamentari del Sud per farlo. Si è consolidata una alleanza sbagliata, fatta per ragioni politiche, non nell'interesse del Paese». Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha biasimato la divergenza sul voto: «Una decisione sbagliata che chiaramente appare contro Napoli, la sua provincia e l'intera regione e sorprende la mancata energia che taluni parlamentari campani hanno avuto in questa vicenda». Di decisione gravissima ha parlato, infine, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro: «Tutti i parlamentari del Pdl hanno votato in modo coerente, a differenza di altre forze politiche. Mi auguro che il Governo non crei maggiore confusione con un'interpretazione ulteriormente penalizzante delle norme in vigore».

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