Rifiuti I lavoratori ex Consorzio col Sindacato Azzurro sbarrano l'ingresso ai compattatori. Al Castagnaro contestato il progetto di Vardè

Bloccato lo Stir di Giuliano, camion in coda

Discarica di Quarto, «costerà 50 milioni». L'assessore D Angelo firma contro
Quelle vasche per il percolato Se l'invaso di Quarto è destinato al compost fuori specifica ed è riqualificazione ambientale, perché è prevista una vasta area destinata alla raccolta del percolato?
21 marzo 2012 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — All'impianto Stir di Giugliano, ieri, è stato impedito ai camion carichi di rifiuti di sversare. Sindacato Azzurro, Usb, e Slai Cobas hanno indetto dalle 8.3o una protesta degli ex lavoratori del Consorzio Unico di Bacino. Una cinquantina di manifestanti è rimasta a presidiare l'accesso dello Stir. All'interno dell'impianto, un'altra ventina di lavoratori, e alle ore 14 erano una quindicina gli autocompattatori fermi in coda in attesa di scaricare. Secondo i sindacati «per i duemila lavoratori ex Consorzio non ci sono risorse e nessuna prospettiva di lavoro» atteso che «non esistono i presupposti tecnici per il loro trasferimento alle società provinciali per la gestione del ciclo dei rifiuti».
A Quarto, intanto, monta la protesta contro la discarica. Ieri, nella cava al confine con Pozzuoli prescelta dal commissario Vardè per realizzare l'invaso, i comitati hanno illustrato il progetto redatto dai tecnici di Vardè e approvato dalla Sapna, la società provinciale per la gestione del ciclo dei rifiuti. Le cifre le comunica l'avvocato Luigi Rossi, uno degli esponenti del movimento che si oppone allo sversatoio. «Il solo progetto preliminare», riferisce microfono alla mano, «è costato 653.186 euro. Per l'allestimento si prevede una spesa di 24 milioni e mezzo di euro. Altri 24 milioni saranno impiegati per costruire la strada di accesso destinata ai camion». La quale, sia detto senza perifrasi, sarebbe uno scempio di proporzioni colossali. Quattro chilometri di cemento che sventrerebbero una delle pochissime aree verdi — campi e bosco ceduo — sopravvissute in un territorio massacrato dalla speculazione edilizia.
La via partirebbe da Monteruscello ed arriverebbe fino alla cava del Castagnaro. Facile immaginare che, una volta tracciata, sarà la testa di ponte di ulteriori fenomeni di cementificazione selvaggia, anche illegale.
«Complessivamente», prosegue l'avvocato Rossi, «il progetto che si intende attuare al Castagnaro — area contigua al parco dei Campi Flegrei e ad elevato rischio idrogeologico — costerà 5o milioni di soldi pubblici».
Che di scempio si tratti, comitati e cittadini sono certi e ben poco li hanno convinti, ad oggi, le rassicurazioni istituzionali secondo le quali sarà sversata solo frazione organica stabilizzata. Compost fuori specifica, insomma, per quella che si vuol definire una operazione di riqualificazione ambientale. «Mentono», sottolinea Rossi, «e la dimostrazione è proprio nelle carte del progetto. È prevista una vasta area destinata alla raccolta del percolato. Materiale, quest'ultimo, prodotto dal rifiuto tal quale e dalla frazione tritovagliata proveniente dagli Stir, certo non dal compost». La mobilitazione, insomma, va avanti, sostenuta anche da un appello sottoscritto, tra gli altri, da Alex Zanotelli, don Tonino Palmese, Antonietta De Lillo, l'avvocato Vincenzo Siniscalchi e l'assessore del Comune di Napoli Sergio D'Angelo. Sul versante parlamentare Franco Barbato (Idv) ha garantito il suo appoggio, a conclusione di un intervento pubblico nella cava.

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