Provvedimenti La Procura dispone la perquisizione nelle abitazioni di quattro leader dei gruppi di disoccupati

«I raid dei Bros per imporre scelte politiche»

Tra le violenze su cui si indaga anche l'aggressione al sindaco e atti di teppismo alla Regione
16 marzo 2012 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Le accuse sono pesanti. Avrebbero pianificato una vera e propria strategia della tensione finalizzata a «condizionare e paralizzare l'attuazione del Piano lavoro varato dalla giunta regionale guidata da Stefano Caldoro»; «ostacolato il regolare svolgimento delle campagne elettorali per il rinnovo dell'amministrazione comunale di Napoli». Ma - soprattutto - sarebbero stati i registi dei raid teppistici che sconvolsero Napoli dall'aprile 2010 fino all'inizio del 2012: una lunga serie di atti di guerriglia metropolitana che paralizzarono la città, determinando danni materiali e scatenando il panico a Napoli. Cominciano a venire al pettine i nodi giudiziari legati all'emergenza lavoro. Ieri mattina la Procura di Napoli ha ordinato l'esecuzione di un decreto di perquisizione nei confronti di quattro persone considerate tra i leader della galassia delle sigle dei disoccupati organizzati napoletani. Quattro perquisizioni destinate ad altrettanti indagati per le violenze scatenate in nome del lavoro che non c'è. Si tratta di Salvatore Annuale, Paola Bianco, Luigi Monteleone e Francesco Rescigno. Nei loro confronti i pubblici ministeri Raffaello Falcone e Urbano Mozzillo, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla violenza e alle minacce. Assalti agli autobus dell'Anm, in qualche caso poi dati alle fiamme o devastati; blocchi stradali e raid vandalici a «macchia di leopardo»: scene drammaticamente note ai napoletani, spesso costretti a subire le conseguenze della protesta violenta degli ex Bros - i disoccupati che vennero iscritti ai corsi professionali della Regione durante la gestione Bassolino che vedeva assessore al Lavoro Corrado Gabriele - i quali hanno sempre contestato, sin dalla nascita, il nuovo Piano lavoro voluto dal nuovo assessore alle politiche occupazionali, Severino Nappi.
Al centro delle indagini è finita una lunga serie di manifestazioni degenerate in atti di violenza, tutte avvenute negli ultimi due anni. Tra queste c'è pure un tentativo di aggressione all'auto sulla quale viaggiava il sindaco Luigi de Magi-stris, avvenuta il 4 novembre del 2011, gli atti vandalici contro Palazzo Santa Lucia, sede della presidenza della Regione, e - da ultimo - pure il tentativo di bloccare i lavori perla realizzazione della Coppa America a Napoli in occasione del primo giorno dei lavori per il prolungamento della scogliera alla Rotonda Diaz.
Ma c'è di più. Dalle indagini è emerso che tra gli obiettivi dei promotori della «lotta per il lavoro» c'era persino il condizionamento degli enti locali: Comune, Provincia e Regione, con il tentativo di ostacolare lo svolgimento delle campagne elettorali per il rinnovo del consiglio comunale di Napoli, oltre alla regolare celebrazione delle elezioni primarie per la designazione dei candidati. Insomma, emergerebbero elementi a supporto di un sos petto più volte ventilato, incluso il tentativo di condizionare le scelte in materia di servizio di raccolta dei rifiuti e organizzazione della differenziata. Secondo l'accusa i quattro indagati - in concorso con altre persone in via di identificazione - sarebbero stati i registi di tali raid. «I manifestanti - si legge nel decreto di perquisizione eseguito ieri dalla Digos - venivano mossi dai promotori e organizzatori strumentalmente utilizzati, e le azioni erano tese a conseguire vantaggi personali (non solo economici) esercitando indebite pressioni sulla pubblica amministrazione e sui so:4;etti politici-istituzionali con competenze in materie politiche sociali e del lavoro». Gli obiettivi dei Bros erano - sempre secondo i pm - il ripristino di scelte amministrative di tipo assistenzialistico», o l'erogazione di sussidi secondo politiche «definitivamente superate dall'adozione del Nuovo Piano del Lavoro della Regione dell'ottobre 2010». Gli inquirenti sostengono che per paralizzare l'attuazione del Piano sarebbero state organizzate aggressioni nei confronti di amministratori, occupazioni di sedi di partito e di istituzioni (consiglio regionale, Inail, Equitalia, agenzie interinali). Pressioni e minacce sarebbero state esercitate anche in occasione di campagne elettorali: a tal proposito viene ricordata anche la distruzione della sede elettorale del candidato Pdl a sindaco si Napoli Gianni Lettieri.

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