Via libera al decreto ambiente
DA ROMA Dopo un paio d'incidenti di percorso per il governo, ma senza conseguenze, il decreto Ambiente è cosa fatta. Con 382 "sl", 74 "no" e 17 astenuti, dalla Camera è infatti arrivato il via libera al provvedimento, che ora dovrà tornare a Palazzo Madama (dove sarà "blindato") ed essere approvato entro 1126 marzo. Dopo le "sofferte" modifiche al testo in commissione Ambiente, e la fiducia incassata l'altro ieri sera dal governo, l'approvazione di un ordine del giorno della Lega sui bioshopper ha però provocato una prima volta qualche imbarazzo" al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, in Aula per il voto finale, dal momento che si chiedeva al governo di andare in una direzione diversa da quella indicata dall'Europa sulla biodegradabilità. Il secondo "incidente" è arrivato dalla bocciatura a un altro ordine del giorno, presentato dall'Idv e al quale l'esecutivo aveva dato parere positivo. Quanto invece al decreto, sono tre gli articoli che lo compongono: il primo per far fronte alla situazione di criticità nella gestione dei rifiuti della Campania, il secondo sui bioshopper, il terzo sui materiali di riporto. I nodi principali, di un provvedimento che da pochi sembra esser digerito (a cominciare dai parlamentari campani sia Pdl che Pd, oltre che dal sindaco napoletano Luigi De Magistris), riguardano però essenzialmente due aspetti. Innanzitutto il trasferimento fuori regione dei rifiuti campani, che potrà avvenire soltanto con «l'intesa della singola regione interessata». E poi la la proroga di sei mesi (dal 31 luglio al 31 dicembre 201di quest'anno) per l'emanazione di un decreto interministeriale, tra Ambiente e Sviluppo economico, sui parametri di biodegradabilità e compostabilità dei sacchetti, armonizzati in base alle indicazioni Ue.