Ecco i rilievi dell´Arpac sulla cava di Chiaiano

11 giugno 2008 - Antonio Corbo
Fonte: Repubblica Napoli
L´ordine arriva in serata a Chiaiano: nella Cava del Poligono le indagini non si fermano. Sono lentamente riprese lunedì, appena riparata la sonda che si era rotta venerdì, nell´impatto con uno strato di pietra lavica a ottanta metri di profondità. Si procede a piccoli passi verso una verità che ormai tutti conoscono: la cava è idonea.
Più che il giudizio finale, si cerca un verdetto condiviso, secondo i patti tra Bertolaso, Municipalità di Chiaiano, Comune di Marano. Conviene prendere tempo, perché il Commissariato possa raggiungere una soluzione politica. Fondata su tre elementi: che la cava sia compatibile con una discarica di rifiuti urbani solidi, che Napoli dia una prova di disponibilità per evitare così reazioni in Irpinia e Sannio che nel giro di dieci giorni aprono due discariche, che Chiaiano sia una pista davvero praticabile, tale da resistere a tutte le controindicazioni dei consulenti di Chiaiano e Marano.
Ma la cava di Chiaiano è idonea? La domanda batte sulla smorfia annoiata di uno degli esperti che eseguono i sondaggi. Come dire: e lo chiedete pure? Per la prima volta a "Repubblica" sono chiariti i rilievi delle stratigrafie svolte per conto dell´Arpac. Il direttore generale Luciano Capobianco ha ordinato il più rigoroso riserbo, lunedì mattina diffuse persino una nota per negare che l´Arpac avesse fornito informazioni sulla idoneità della Cava del Poligono. Nello staff di Bertolaso opera l´ex direttore dell´Arpap (Piemonte), sbarcato ieri a Capodichino.
Anche gli inesperti possono scoprire che cosa ci sia nel sottosuolo della Cava del Poligono di proprietà dell´Arciconfraternita dei Pellegrini, rappresentata dal geologo Ernesto Cravero. Dopo ogni trivellazione, la squadra operativa osserva in un monitor le immagini, di volta in volta raccolte in "cassette stratigrafiche". Come la "diagnostica per immagini" nella radiologia più avanzata. I risultati coincidono con gli studi dell´Arpat, Agenzia per la protezione dell´ambiente e dei servizi tecnici, che aggiorna una "Carta geologica". Il documento riappare nel "quadro di unione" dell´Istituto geologico militare: il sottosuolo italiano è diviso in 277 rettangoli. Quello di Chiaiano è nella frazione 184, scala 1:100.000.
È probabile che sia stata proprio la Carta geologica la base del rapporto scientifico fornito in anteprima a Gianni De Gennaro, quando il prefetto puntò su Chiaiano. Il futuro coordinatore dei servizi segreti non poteva incappare ancora una volta in un falso indirizzo, come al suo arrivo, prima che eliminasse dallo staff personaggi poi finiti nella "retata dei 25".
Le trivellazioni possono offrire un solo responso: la natura del sottosuolo. Se e dove sono falde d´acqua. La discarica rischia infatti di perdere percolato, un fiume nero di veleno liberato dai rifiuti. Questa sostanza inquina la falda e contamina le colture circostanti. Qui c´è la pregiata "ciliegia dell´Arecca" da salvaguardare. Almeno questo rischio a Chiaiano è escluso. La legge prescrive che la discarica sia almeno a due metri dalla falda, con una "barriera geologica" di un metro di argilla. A Chiaiano la si trova a circa 160 metri. A 155, secondo i dati forniti a Gianni De Gennaro qualche tempo fa.
Nel sottosuolo c´è tufo fino a 50-60 metri, quindi una fascia di materiali classici della geomorfologia campana fino a 80. Ecco poi la pietra lavica. Gli specialisti dell´Arpac correggono: «È paleotipo». Il paleotipo è uno strato non permeabile, come può immaginarsi, dai 5 ai 6 metri. La cava è blindata. Sotto, c´è una nuova fascia di materiali, quindi uno strato di lava, c´era da aspettarsela tra Solfatara e Vesuvio, infine la falda. Tra le obiezioni dei consulenti c´è che la guaina (tipo Hdpm) dura fino a 15 anni. L´Arpac ritiene che nel progetto ci siano ulteriori garanzie. La guaina scelta a Savignano e Sant´Arcangelo Trimonte è spagnola, considerata superiore a quella tedesca. Cava idonea, quindi. Ma è idonea anche Chiaiano?
Le perplessità sono fondate. Le quattro pareti (70, 55, 40, 20) del fossato secondo il geologo Giovan Battista De Medici possono ospitare fino a 150 mila tonnellate, e non 700 mila. Perché la superficie dei rifiuti sversati deve coincidere con la spalla più bassa. La vicinanza con la zona ospedaliera, la mancanza di una strada e l´esigenza di una via larga 4 metri e lunga oltre un km, la complessità del quartiere urbanizzato, i costi elevati per un volume ridotto: sono le valutazioni più delicate. Prima di scegliere una "cava idonea" in una sede incerta.

 

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