Rendiconti falsi e assunti per non lavorare
Soste dei camion negli impianti pagate due volte. Operai interinali assunti a tempo indeterminato ma senza alcun compito da svolgere. Rendicontazioni disinvolte, con somme dirottate arbitrariamente. Quello degli sprechi del commissariato straordinario per i rifiuti è un altro dei temi scottanti affrontati dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo nell'inchiesta che martedì scorso ha portato all'arresto di 25 persone, tra cui il subcommissario Marta Di Gennaro. Tra i reati contestati, infatti, ci sono il falso e la truffa.
È nel 2006 che le spese aumentano in maniera vertiginosa e uno dei motivi è l'assunzione a tempo indeterminato di personale addetto agli impianti di cdr. Personale che, in realtà, non serviva.
Su richiesta dei sindacati, tra marzo e maggio del 2006 gli addetti alla gestione degli impianti di cdr che avevano raggiunto un'anzianità di 12 mesi si videro riconosciuto il diritto di modifica del regime contrattuale da tempo determinato a tempo indeterminato e da interinale a tempo determinato, con un incremento del costo di circa 500.000 euro al mese interamente a carico del commissariato. Nel corso di quell'anno il personale era inoltre aumentato di un centinaio di unità, ufficialmente per assicurare il quarto turno negli impianti e lavorare la più grande quantità possibile di rifiuti. Eppure, hanno accertato i pm, proprio nel 2006, ad eccezione di quelli di Pianodardine e Casalduni, in nessuno degli impianti di cdr furono portati rifiuti in eccesso rispetto alle potenzialità. Anzi, il processo produttivo si era ridotto solo alla tritovagliatura, mentre le altre sezioni, tra cui quella in cui si sarebbe dovuto fare il trattamento aerobico della frazione umida, erano state disattivate.
L'inerzia dei dipendenti era evidente soprattutto nell'impianto di Caivano, come si evince da una telefonata tra Giuseppe Iavazzo, responsabile dell'ufficio flussi del commissariato, che è tra gli arrestati, e Ciro Turiello, ex braccio destro di Bertolaso poi diventato, per un breve periodo, direttore generale dell'Asìa. Turiello si lamenta: a Caivano non si lavora come si deve. La situazione è «esplosiva », dice, anche perché gli operai vengono pagati ma non lavorano. Poi c'è l'imbroglio dei camion che sostavano negli impianti in attesa di scaricare. Gli autisti lasciavano i rimorchi in sosta e si allontanavano con le motrici: poi veniva presentato un conto doppio. Quando alla Fibe si viene a sapere che sulla vicenda sta indagando la Procura, si cerca di correre ai ripari. Vengono allontanati due dirigenti, entrambi arrestati nel blitz dell'altro giorno, ed è avviata un'inchiesta interna: l'amministratore delegato Massimo Malvagna, parlando al telefono, spiega che, in media, un autotrasportatore guadagna circa 700 euro al giorno tra soste e trasporto: una cifra troppo alta, secondo il suo interlocutore; 500 euro sarebbe accettabile.
Le verifiche dei pm sui conti fanno paura, dice Malvagna in un'altra telefonata, ma l'interlocutore la pensa diversamente: «Uno lo può vedere con il terrore, ma... siccome è una s.p.a. che funziona a 360 gradi, quello che ne sa se tu metti delle spese per l'avvocato o per fare un lavoro a Palermo?». Ieri, intanto, primi interrogatori del gip Rosanna Saraceno alla presenza dei due pm. Sono stati ascoltati i sette responsabili degli impianti di cdr, assistiti dall'avvocato Ilaria Criscuolo