Quadri falsi ma d`autore all`asta a Castel Capuano
LE "Ragazze che dormono" firmate dal Boschetto, le tavolozze dello Scoppetta, opere di Casciaro e Panza, le forme di Migliaro.
Dipinti dell'800 e del '900, tutti rigorosamente falsi, ma d'autore, che sono stati confiscati dall'autorità giudiziaria, saranno messi all'asta lunedì mattina alle 10 a Castel Capuano. Nelle carceri del vecchio tribunale della Vicaria, presto sorgerà un Museo della Giustizia napoletana, affiancato a un Museo didattico delle regole, dove saranno esposti alcuni dei diciottomila reperti ancora oggi custoditi nel caveau dell'antico castello.
I quadri messi all'asta sono oltre un centinaio, solo tre dei quali ritenuti originali, e potranno essere visionati domani dalle 9 alle 14.30. Si tratta in prevalenza di copie o di rielaborazioni tratte dal repertorio della pittura napoletana del tardo '800 o dei primi del '900. L'asta è stata organizzata in collaborazione con la Soprintendenza per il Polo museale. Spiega il giudice Carlo Spagna, presidente di Corte d'Assise delegato dal presidente del Tribunale per l'ufficio Corpi di reato: «Stiamo cercando di coniugare un'opera di recupero di questo materiale con la volontà di mantenere viva la memoria di uno spaccato di vita cittadina». Così i corpi di reato possono garantire ricchezza allo Stato. E non solo, visto che oltre quindicimila jeans falsi, sequestrati e confiscati durante indagini condotte dalle forze dell'ordine, sono stati donati ad associazioni di volontariato per essere destinatia personee popolazioni bisognose di aiuto. Le aste di beni confiscati hanno già garantito entrate considerevoli: circa 105 mila euro con i gioielli, altri 300 mila euro con le prime tre bandite negli ultimi tempi. Adesso tocca ai quadri. Dopo questo lotto iniziale, potrebbero essere messi all'asta altri dipintie oggetti di valore, confiscati nel corso degli anni, che sono attualmente custoditi dalla Soprintendenza.
Ma l'obiettivo più affascinante e ambizioso è quello di realizzare nel vecchio tribunale il Museo sulla giustizia napoletana. L'iniziativa rientra nell'ambito del "Grande progetto per il Centro storico di Napoli sito Unesco".
Commenta il giudice Spagna: «Sarà anche un modo per ricordare a tutti le regole violate. Saranno esposti oggetti confiscati alla criminalità che, come tali, rappresentano altrettante testimonianze delle piccole, ma sempre significative, vittorie conseguite dalla giustizia sull'illegalità e sul delitto». In questo modo, anche Castel Capuano e l'area che lo circonda, alle prese con la crisi aggravata dal trasferimento al Centro direzionale degli uffici giudiziari, possono trovare nuova linfa dall'arrivo di turisti e visitatori. Il materiale a disposizione è sterminato. Nelle celle dell'antica prigione si trovano migliaia di cimeli, tutti catalogati uno per uno. Non solo faldoni polverosi oppure armi. Si va dalla maschera con l'immagine dell'attore Lino Banfi usata per una rapina al ghepardo riempito di droga sequestrato in aeroporto, fino alle calotte dei contatori della luce utilizzati per truffare energia elettrica. Corpi di reato, certo. Ma anche simboli di un'illegalità che, dopo essere stata sconfitta, può trasformarsi in un'opportunità di riscatto.