Piante e laghi, così sarà il nuovo zoo
Avvolto in un silenzio operoso, lo zoo di Napoli prende poco a poco nuova forma. Alla prima scadenza, quella del 20 dicembre, manca ormai una settimana e l'intenzione è quella di dare subito un chiaro segnale di cambiamento. Si comincia dall'ingresso, che è stato riportato allo splendore iniziale: la targa - come l'idea di un bioparco con spazi aperti - sarà nuova, ma in ossequio alla storia di uno dei più antichi giardini zoologici d'Europa il nome resta quello di sempre: Zoo di Napoli. Il 20 dicembre apriranno le prime tré aree: illaghetto, una prima parte della fattoria didattica (Smila metri quadri con animali campani in estinzione) e un piccolo parco giochi. Una metamorfosi alla quale dal 2 ottobre le ditte, tutte napoletane, stanno dando concretezza. Stillato sinistro dell'ingresso, troverà posto l'area merchandising (si potranno acquistare gadget e prodotti tipici campani), mentre nel piazzale sono stati potati alberi fino a 25 metri d'altezza. Sul lato destro, invece, ecco i nuovi bagni: grandi e accoglienti, sostituiscono quelli angusti vicino al bar-ristorante. Più avanti, l'area dedicata ai bambini, con giostre, scivoli e altalene. Ad ingentilire questalunga striscia verde (dove è prevista anche un'area lettura), piante pregiate e fiori. .«I più piccoli dopo un po' si stancano, qui potranno riposarsi», spiega l'ingegner Francesco Floro Flores, che due mesi e mezzo fa ha rile vato la struttura dal tribunale fallimentare, programmando investimenti per oltre 6 milioni di euro in due fasi. Nei suoi progetti, entro la primavera del 2014 questi ottantamila metri quadri diventeranno «il giardino dei bambini napoletani». Ma tra i punti forti del restyling c'è il recupero del lago, fino a poco fa contaminato da un'alga: lo specchio d'acqua, fiore all'occhiello al centro del parco inaugurato nel 1949, è stato ripulito ed è servito da un nuovo e autonomo impianto idrico. Fontane e giochi d'acqua garantiranno un impatto scenico d'effetto. «Prima gli animali qui dentro non ci entravano neanche, ora ci sguazzano», racconta soddisfatto un dipendente, mentre sull'isolotto in mezzo al lago si lavora per accogliere i lemuri. In più, il ponte di cemento verrà rivestito in legno e sarà resa accessibile la camminata lungo il perimetro del lago. Tutt'intorno, il verde sarà curato ed accessibile: via le siepi, prato all'inglese e un unico piano senza ostacoli ne barriere. Grande attenzione è rivolta al benessere degli animali: per loro, un ambulatorio interno con veterinari impiegati a tempo pieno e aree più ampie soprattutto per leopardi e tigri, finora costretti in gabbie di pochi metri quadrati. Peri primi, si passerà dagli attuali 22 metri quadri esterni a 750 (l'area ripari da 10 a 50). Per le tigri, invece, lo spazio esterno dai 150 metri quadri attuali passerà a 2900 e l'area ripari da 12 a 24 metri per inquilino. Più su, oltre il rettilario (che sarà ripensato sul modello di quello di Barcellona), verrà allestita la zona «savana», che riprodurrà l'ecosistema africano e ospiterà in ampi spazi antilopi, struzzi, giraffe, zebre e gru coronate. Verrà completamente ristrutturata, con utilizzo di materiali naturali come pietre e legno, anche l'area degli elefanti, ai quali saranno affiancati due tapiri. L'arealeoni verrà arricchita con fiori e piante, mentre per i volatili sarà creata un unico grande spazio, abbattendo tutti i recintiintermedi. «Le strutture risponderanno a canoni di qualità europei», assicura Floro Flores, rispondendo a quanti avanzavano dubbi sulla vivibilità degli spazi. L'operazione di recupero interesserà anche il ristorante, oggi abbandonato: una volta ristrutturato, potrebbe restare aperto anche di sera, con un ingresso indipendente. E mentre si gode il suo gioiellino in divenire, Floro Flores si dice pronto ad entrare anche m una cordata per Edenlandia. «Se ci saranno le dovute garanzie di serietà del progetto», mette le mani avanti. Ad oggi, però, quel progetto ancora non c'è.