Il medico-chitarrista Gridelli miglior oncologo al mondo
Primario al Moscati di Avellino, originario di Portici, è stato selezionato dall'associazione californiana Expertscape
L'associazione californiana Expertscape segnala ai pazienti i migliori specialisti e le più accreditate strutture cliniche dove farsi curare. E per il tumore ai polmoni, gli americani non hanno dubbi: il miglior oncologo al mondo al quale rivolgersi è Cesare Gridelli di Portici che guida la sua équipe all'ospedale Moscati di Avellino. Gridelli è anche famoso per la sua passione per la musica. Suona la chitarra in una band di colleghi irpini. E sul riconoscimento Usa dice: «Facciamo buona ricerca e anche buona assistenza. Ringrazio il professore Angelo Raffaele Bianco, il mio maestro».
NAPOLI — Chi lo conosce bene racconta che non è solo il migliore oncologo al mondo per il trattamento del tumore al polmone, come svela un'indagine dell'associazione californiana Expertscape che periodicamente informa i pazienti sui migliori specialisti e le più accreditate strutture cliniche dove farsi curare, ma anche un appassionato e bravissimo chitarrista che con la sua band "Effetti collaterali" (composta per lo più da medici dell'ospedale Moscati di Avellino) si esibisce in manifestazioni a scopo di beneficenza tra il Teatro Gesualdo e lo stadio Partenio: una volta per la ricostruzione del teatro di Ferrara distrutto dal sisma, un'altra per raccogliere fondi per la lotta al Parkinson e l'ultima volta a favore dei bimbi del Burundi. Ma di Cesare Gridelli oggi si parla soprattutto per il primo posto mondiale assegnategli da Expertscape, davanti ai colleghi Frances Shepherd del Margareth hospital di Toronto e a Mark Socinsky dell'università di Pittsburgh. Mentre le migliori istituzioni sanitarie sono considerate l'Md Anderson di Houston, il Memorial Sloan Kettering di New York e l'Nih di Bethesda. Cinquantadue anni, dal dicembre 2001 direttore dell'Unità operativa complessa di oncologia medica e di quella di oncoematologia dell'azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino (il più giovane primario d'Italia, ad appena 39 anni, con all'attivo più di 700 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali), Gridelli è padre di Alessia, di 19 anni, studentessa di Giurisprudenza alla Luiss, e di Lorena, di 15, studentessa di liceo classico. «Tra tante cose negative che si dicono di noi qui al Sud finalmente una notìzia positiva — fa Gridelli —. Chi devo ringraziare? Certamente il mio maestro, il professore Angelo Raffaele Bianco; il direttore generale del Moscati, Giuseppe Rosato, che ha sempre sostenuto la nostra attività; e i colleghi e i collaboratori dell'ospedale, senza i quali non si ottengono questi risultati, frutto di un intenso lavoro di squadra eseguito negli ultimi died anni. Ho sempre considerato che dove si fa buona ricerca cllnica si fa anche un'ottima assistenza. I nostri pazienti accettano di sottoporsi a terapie innovative, preferiscono farsi assistere da noi piuttosto che emigrare». Nato e vissuto a Portici, figlio di un avvocato, Gridelli è stato per dieci anni contrattista alla Federico Ð e, successivamente, oncologo dell'Istituto tumori Pa scale. Tra i primi al mondo a dedicarsi allo studio sul paziente anziano, attualmente è impegnato nello sviluppo di nuovi farmaci biologia a bersaglio molecolare. «Occorre personalizzare le cure — spiega — in base alle caratteristiche molecolari della malattia e individuando le alterazioni genetiche. In questo modo, siamo riusciti a triplicare la sopravvivenza del 20% dei pazienti». Quando sarà sconfitto il tumore al polmone? «Negli ultimi cinque anni sono stati fatti progressi incomparabili rispetto ai decenni prima. Ma siamo ancora lontani da una soluzione di tipo farmacologico. Oggi si registrano, nel mondo, un milione duecentomila casi all'anno di tumori al polmone e 39 mila in Italia. La battaglia al fumo di tabacco deve essere ancora vinta. In Campania, non essendoci un registro tumori, ma solo i dati raccolti dalla Asl Napoli 3 e da quella di Salerno, possiamo confermare che il trend di diffusione della malattìa è nella media nazionale. Solo che qui la mortalità è maggiore. Questo significa che si fanno pochi programmi di screening e la diagnosi precoce è ancora un traguardo da raggiungere. Occorrerebbe potenziare le strutture cliniche e i servizi su questo fronte, in particolare la radioterapia». E la Terra dei fuochi? «Il problema esiste e i territori colpiti vanno bonificati al più presto. Ma non registriamo, come detto, particolari riscontri di allarme sul fronte sanitario». Ð suo idolo musicale, l'idolo musicale del professore Gridelli, resta Carlos Santana: «Posseggo una chitarra elettrica Paul Red &Smith MD "Santana" con multieffetto Boss GT-io e una acustica Martin 018». Ma non disdegna la canzone d'autore italiana degli anni '60 e '70, a cominciare dai brani di Lucio Battisti: «E suonando che io e i miei colleghi scarichiamo lo stress generato dal lavoro quotidiano in ospedale». La prossima tappa? «Per ora sono concentrato sul Napoli, croce e delizia per noi tifosi. E dopo la sconfitta di Dortmund non mi resta che consolarmi con la mia chitarra».