Ricostruire Città della Scienza, Comune e Idis pronti all`intesa
Ipotesi diverse da limare L'amministrazione ritiene che i capannoni incendiati si debbano costruire altrove, la Fondazione, invece, esattamente dov'erano
NAPOLI — La ricostruzione di Città della Scienza rischia di trasformarsi nell'ennesimo litigio tra istituzioni coinvolte. Da un lato c'è il Comune, convinto che la ricostruzione debba avvenire utilizzando gli spazi più interni alla zona di Coroglio lasciando libero così la zona di costa — come vorrebbero i vari «comitati per la Spiaggia pubblica» — dove peraltro erano presenti i due capannoni incendiati. Dall'altro, c'è la Fondazione Idis, che resta inamovibile sull'idea che i soldi dell'Accordo di Programma, 37 milioni, debbano essere utilizzati per ricostruire la parte incendiata di Città della Scienza esattamente dov'era. Argomento che è finito sul tavolo del ministro per la Coesione Territoriale, Trigilia, che ieri ha convocato al ministero il sindaco de Magistris, il governatore Caldoro e il presidente della Fondazione Idis, Silvestrini; presente, anche la struttura ministeriale che si occupa di Fondi europei. Alla fine si è parlato di «clima costruttivo» e di «incontro proficuo», col sindaco e Silvestrini che si sono dati reciproco impegno per discutere su come salvaguardare tutti gli interessi in campo, che sono diversi ma che certo, alla fine, dovranno per forza convergere perché i soldi dell'accordo di programma per ricostruire Città della Scienza non possono certo andare dispersi da divergenze di vendute. Il prossimo appuntamento è fissato per la prima setti mana di dicembre. Al Comune ritengono che, dovendo ricostruire ex nouo, sia questa l'occasione per liberare la costa e portare avanti il progetto di grande spiaggia, sebbene lì il mare non sia balneabile. In sostanza, il Comune di Napoli cederebbe i suoli confinanti con Città della Scienza verso l'interno, «che sono bonificati e non sequestrati», precisa il vicesindaco Sodano «in modo da partire anche subito con i lavori di ricostruzione». Vincenzo Lipardi, consigliare delegato di Città della Scienza, ribatte invece punto su punto, pur non chiudendo affatto all'idea di spiaggia. Ma partendo però da un punto preciso: «Dove c'è Città della Scienza la spiaggia non è mai esistita». Lipardi spiega che «dove c'è stato l'incendio c'è solo terreno», e che «a tré metri di fondo ci sono le rocce, proprio perché lì non c'è mai stata spiaggia». Il manager di Città della Scienza si dice comunque «ben favorevole» all'idea di una spiaggia davanti alla Città della Scienza, «ma che sia realizzata, magari in collaborazione con noi, col ripascimento». Ed ancora: «Noi, peraltro, ci siamo detti immediatamente disponibili, in caso di realizzazione di una spiaggia, ad aprire la nostra piazza al pubblico. Abbiamo però consigliato all'amministrazione comunale di non abbattere il borgo di Coroglio, ne di cacciare il circolo Uva, che rappresentano la storia di quest'area. A nostro avviso, infatti, avvero non sta in piedi l'idea di cacciare quello che c'è per mettere su qualcosa che non c'è mai stato. Ciò è illegittimo da un punto di vista legale perché quell'area è di proprietà della Fondazione, che, i suoi beni, li ha alienati alla Regione Campania». Ma qual è l'idea della Regione? «E' di fare un grande attrattore turistico culturale nell'area di Bagnoli — conclude Lipardi —. Perché se nella zona di Bagnoli non si è mai messo un chiodo, forse non è solo per il destino cattivo ma anche perché il piano per Bagnoli era sbagliato. Noi dobbiamo fare invece dell'ambiente un asse fondamentale che crei anche sviluppo e lavoro».