Città della Scienza rinasce «Spiaggia aperta alla città»
La nuova Città della Scienza sorgerà dove viveva quella vecchia, ma con l'aggiunta di una spiaggia aperta ai cittadini. È questo il primo frutto dell'intesa di massima raggiunta dalla Fondazione Idis, proprietario e gestore della struttura distrutta da un incendio doloso sei mesi fa, e la Giunta guidata da Luigi De Magistris. Le idee si concretizzeranno con l'Accordo di programma che a breve Comune, Regione e Fondazione stipuleranno con il governo, ma intanto Bagnoli recupera le prime certezze sui destini di una delle aree principali del quartiere : il polo scientifico resterà dov'è, in barba a chi lo ha incendiato, e dinanzi ad esso sarà creato lo spazio per ridare il mare di Coroglio ai napoletani. L'accordo tra Comune e Idis è teso a prendere due piccioni con una fava. Da un lato Città della Scienza non sarà soggetta ad alcuno spostamento. Dall'altro si pone fine ad una discussione sorta già nella primavera scorsa, quando istituzioni e associazioni varie avevano chiesto che il tratto di costa di Bagnoli, al netto della bonifica, potesse tornare utilizzabile per il turismo. E così sarà, senza penalizzare nessuno. In primis lo «Science Center» bruciato il 4 marzo scorso tornerà a funzionare gradualmente già da novembre prossimo, quando riapriranno i 2.500 metri quadri non distrutti dal fuoco. Poi si andrà avanti con l'obiettivo di inaugurare il nuovo Polo ad ottobre 2015. Cosa serve per arrivare a ciò? Prima di tutto la stipula dall'Accordo di Programma Quadro che, oltre agli Enti Locali, coin volgerà 4 ministeri: Sviluppo, Università e Ricerca, Coesione Territoriale e Infrastrutture. Poi occorrono i fondi. Ad oggi il governo ha stanziato 5 milioni di euro, che saranno utilizzati per la messa in sicurezza dell'area incendiata. Per realizzare il Centro ex novo ne occorrono circa 30, più altri 10 per i contenuti scientifici e tecnologici. L'investimento dowebbe essere pubblico-privato, ma i vertici di Idis sperano di poter avere un congruo aiuto dal governo: «II ministro per la Coesione Carlo Trigilia si è impegnato a trovare 15 milioni da fondi comunitari - spiega il presidente della Fondazione Vittorio Silvestrini - Per il resto al momento dobbiamo arrangiarcinoi. Possiamo rivolgerci al credito, con la Banca Europea per gli Investimenti che potrebbe concederci un prestito di 10 milioni coninteressi spalmabili su venti anni. È una sfida difficile, ma ce la faremo». Sulla ricostruzione c'è fiducia, molta più di quella respirabile nei primi giorni dopo l'incendio di marzo: «Aspettiamo di sapere chi ha bruciato Città della Scienza, chi ha commissionato l'incendio e perché l'ha fatto - dice il consigliere delegato di Idis Vincenzo Lipardi - Abbiamo vissuto delle difficoltà enormi, ma siamo in campo per dimostrare che Napoli è in grado di puntare su giovani, cultura e attività produttive sane». Proprio su questa linea la nuova Città della Scienza coprirà la stessa area di quella ridotta in cenere, ma arretrando di circa 10 metri. 1700 metri quadri più vicini al mare non saranno ricostruiti, e l'area antistante sarà trasformata in una "terrazza a mare" a sua volta collegata ad una piazza pubblica che, posta alla destra dello Science Center (guardando verso la costa), fungerà per i cittadini da punto di accesso alla spiaggia che verrà realizzata dal Comune. Un progetto da circa 50 milioni di euro, reperibili dai fondi per la riqualificazione di Bagnoli. «I tecnici sono già al lavoro - conferma il vicesindaco Tommaso Sodano - vogliamo restituire in tempi rapidi il mare di Bagnoli ai cittadini, in tal senso abbiamo raggiunto un punto di equilibrio che coniughi il nostro obiettivo con la ricostruzione di Città della Scienza. Con la firma dell'Accordo-Quadro definiremo i particolari».