Fnac è salva, resta al Vomero
La Fnac non chiuderà, i negozi italiani e quindi anche quello del Vomero, resteranno aperti, anche se non apparterranno più al gruppo francese. Il gruppo Fnac, infatti, controllato dal colosso del lusso francese Ppr di François-Henri Pinault, ha firmato un accordo per la cessione di Fnac Italia al fondo di investimento Orlando Italy. La cessione, si legge in una nota, sarà chiusa a gennaio 2013, data entro cui verranno presentatati i progetti del fondo per la catena di negozi che si occupa di distribuzione di libri e prodotti per il tempo libero. Lo scorso gennaio, nell`ambito del piano generale di risparmio e per ü rilancio della competitivita dell`azienda, Fnac aveva annunciato la propria intenzione di uscire dal mercato italiano entro fine anno. «Dal suo anivo in Italia nel 2000 - si legge nella nota -, infatti, Fnac non ha mai raggiunto le condizioni operative necessarie per imporsi in questo Paese. La crisi economica che l`Italia sta attraversando dal 2009 ha accelerato questo processo». In Italia Fnac ha otto negozi e circa 600 dipendenti che da tempo si sono mobilitati con presidi, flash-mob e scioperi per ottenere chiarezza sul loro futuro occupazionale, messo a rischio dalla decisione del gruppo controllato da Ppr di disimpegnarsi in Italia. Non ultimo quello del megastor napoletano durante la notte bianca al Vomero, manifestazione alla quale partecipò anche il sindaco Luigi de Magistris. Il fondo Orlando Italy è specializzato nelle "special situations", cioè nel rilevare aziende in forte difficoltà con l`obiettivo di riportarle alla redditività attraverso radicali processi di ristrutturazione. «Rispetto al rischio della chiusura è una buona notizia per i dipendenti di Fnac, a Napoli e altrove - commenta Luana Di Tuoro, sindacalista della Filcams Cgil -. Certo, bisognerà verificare il piano industriale del gruppo acquirente, quali sono i reali obiettivi. Certo, ci aspettavamo una procedura diversa. Noi lavoratori non sappiamo ancora nulla e abbiamo avuto la notizia del passaggio a cose fatte. Gestiremo questo mese in maniera ordinaria, poi aspettiamo di sapere quali sono i progetti sul nostro futuro. Ma una cosa è certa, dovranno essere mantenuti i livelli occupazionali, i dipendenti non dovranno essere sacrificati in nome di qualsivoglia piano di rilancio».