Malattie genetiche, è napoletana l`eccellenza della ricerca
«Cercasi giovani appassionati per la scienza, astenersi non sognatori». E l`annuncio di Ester Zito (nella foto), dottoressa napoletana, al suo ingresso al Mario Negri, grazie al programma carriere, istituito da Telethon, per favorire le giovani eccellenze in Italia. La dottoressa napoletana ha ottenuto un finanziamento di oltre 500mila euro che consenta la creazione di un gruppo di ricerca indipendente incentrato sullo studio delle malattie genetiche. Ester ha solo 35 anni, ma ha già un percorso di tutto rispetto àÏå spalle: dopo la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche all`Università Federico II di Napoli, la sua città, si è specializzata presso l`Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem), dove ha conseguito dottorato e post-dottorato. Nei sei anni al Tigem, Ester lavora su una rara malattia metabolica, il deficit multiplo di solfatasi, dovuto ad un difetto del reticolo endoplasmatico della cellula. «Questo organello cellulare - racconta Ester Zito - mi ha decisamente conquistata, è qui che si decide la conformazione finale e il destino di gran parte delle proteine della cellula. Studiarne l`attività può potenzialmente offrirci bersagli farmacologici per numerose malattie, genetiche ma non solo». Nel 2008 Ester ottiene prima un finanziamento dell`Organizzazione europea per la biologia molecolare (Embo) che le consente prima di lavorare per tré anni all`Università di New York, successivamente presso l`Università di Cambridge. Il trasferimento definitivo all`Istituto Mario Negri di Milano avverrà entro la fine dell`anno: qualche mese per chiudere gli esperimenti in sospeso e poi via con il reclutamento dei suoi collaboratori. «Ï nostro obiettivo - spiega la dottoressa Zito - sarà studiare una particolare proteina del reticolo endoplasmatico responsabile, quando alterata, di diverse patologie come la distrofia muscolare da spina rigida e altre miopatie. Studiandone il meccanismo d`azione contiamo di individuare una strategia farmacologica efficace. Al Mario Negri mi aspetta un`esperienza del tutto nuova, che non mi fa dormire la notte». «Mi sento investita di una grossa responsabilità - ha spiegato la dottoressa napoletana - però sono pronta a mettermi in gioco: cercherò ricercatori giovani, e appassionati per la scienza, pronti a mettersi in gioco».