«Il Presidente ha ragione, c’è un tariffario illegale»

Paolo Russo, presidente della commissione d’inchiesta citata dal capo dello Stato: così abbiamo scoperto il malaffare
6 giugno 2008 - p.r.
Fonte: Il Mattino

Quattro anni di lavoro. Un milione di pagine prodotte. La relazione finale di 16 capitoli. Uno, il più ampio, è dedicato ai «delitti ambientali», al traffico di rifiuti speciali, dove la rotta nord-sud è tracciata in maniera nitida, con numeri, dichiarazioni, inchieste della magistratura. Paolo Russo, deputato Pdl, oggi presidente della Commissione agricoltura della Camera, ha firmato l’atto conclusivo dell’indagine della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti che ha presieduto per quattro anni, dal 2002 al 2006. Nel sesto capitolo, gran parte delle accuse cui ha fatto riferimento il presidente Napolitano. Il capo dello Stato ha citato gli atti dell’inchiesta parlamentare. Un atto d’accusa ufficiale. «Sì, e ovviamente siamo solo involontari protagonisti di quanto ha detto il Presidente che ci ha dato l’onore e il privilegio di aver letto l’esito di quelle indagini. È stato un lavoro collegiale, duro, con fatti e decrizioni precise». Traffico illecito di rifiuti. A cosa è approdato il vostro lavoro? «Abbiamo dimostrato che esisteva ed esiste ancora, una rotta tradizionale di smaltimento illecito nord-sud. Un flusso illegale determinato dal ”delta” del costo di smaltimento, cioè dalla differenza tra il costo dello smaltimento dei rifiuti speciali in via ordinaria e quello in via illecita. È questa differenza che genera l’affare dal punto di vista criminogeno». Qual è il sistema? «Più alto è il costo del ciclo lecito, più basso diventa il costo di quello illecito. E di conseguenza aumenta la quota di rifiuti speciali che vengono indirizzati al sud e ovunque esistano holding criminali in grado di controllare il territorio. Questa è la storia del traffico illecito nel nostro paese e bene ha fatto Napolitano a denunciare che sui rifiuti esistono responsabilità gestionali e politiche, ma non solo». Torniamo alla rotta nord-sud. Che fine fanno i rifiuti? «Il sistema industriale italiano produce circa 70 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, e il sistema produttivo, in gran parte, è localizzato al nord. Sette tonnellate delle settanta spariscono, non li ritroviamo più nelle forme ordinarie di smaltimento. Sette tonnellate vuol dire una collina con dieci campi di calcio come base e alta 1200 metri. I rifiuti non possono svanire nel nulla». Dove finiscono? «Certo una quota può essere riferita ad errori nei moduli, ma una quota consistente prende le vie più drammatiche e fantasiose, come lo spiaggiamento, l’interramento, oppure nei laghetti artificiali che ad esempio furono realizzati scavando sabbia per costruire immobili abusivi, nei greti dei fiumi, o fatta sparire a bordo di carrette del mare per poi essere inabbissata. Nella relazione c’è questo, c’è la rotta nord-sud, e ci sono almeno 15-20 inchieste di altrettante Procure italiane che lo confermano». Quanto costa disfarsi di rifiuti illeciti? «Smaltire una tonnellata rifiuti urbani costa 100 euro. Una tonnellata di riifuti speciali, in via ordinaria, non meno di 1200 euro. Lo smaltimento illecito costa 80-90 euro a tonnellata. Le destinazioni erano l’Africa negli anni ’70, il sud Italia negli anni ’80, l’est europeo negli anni ’90 e oggi ancora il sud Italia e i paesi asiatici. Ma il traffico nord-sud non è stato mai interrotto. Per questo nel decreto sui rifiuti è previsto un piano interforze con il compito esclusivo di spezzare questa rotta».

 

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