I sindaci della zona: servono controlli sul percolato

3 giugno 2008 - Francesco D'Ambrosio
Fonte: Il Mattino Salerno

Ruspe a Serre I sindaci dei Comuni i cui territori sono adiacenti alla discarica di Serre («siamo noi a subirne le conseguenze») si sentono traditi. A deluderli è la possibilità prevista dal Governo di creare una zona di sicurezza dalla capienza di 300 mila tonnellate (Macchia Soprana e Valle della Masseria) e la gestione ordinaria dell'invaso. «Barbirotti? Parla facile…» dice sibillino il sindaco di Postiglione Mario Pepe: «Descrive una gestione svizzera quando invece la popolazione del mio paese convive minuto dopo minuto con i problemi creati dallo sversatoio». Elenca: «Tre grossi camion carichi di spazzatura fermi per un'intera notte nelle nostre campagne con la gente bloccata e costretta a dormire in macchina, natura e qualità dei rifiuti sversati che sfuggono alla percezione generale, pericolo reale che il percolato prodotto scorra nel sottostante fiume Sele». Si chiede: «A chi va addossata la responsabilità organizzativa se, nel cuore della notte, tre camion sbagliano strada bloccando una parte di paese? Chi deve rispondere del mancato coordinamento tra Consorzio ed autotrasportatori, chiaro allorquando si formano colonne di tre-quattrocento camion che esasperano la gente rendendo impossibile la vivibilità in zona? Chi ci spiega i motivi per cui si sversa di tutto, dal Cdr al tal quale? Chi ci assicura che il percolato non finirà di nuovo nel Sele come accaduto a settembre ed ottobre, episodi testimoniati da foto in mio possesso?». Byapassato il Consorzio («ha sostanzialmente disatteso l'iter di controllo deciso in Prefettura a Napoli»), chiederà risposte "direttamente a Bertolaso" tra qualche giorno: "Postiglione sarà rappresentata alla prossima riunione con il sottosegretario". Federico Manzi, sindaco di Petina (20 chilometri dall'invaso) getta invece acqua sul fuoco: «Passi per i maggiori controlli alla discarica - dice - ma non accetto la contrapposizione tra sindaci ed altre istituzioni. Se siamo arrivati a questo punto è proprio a causa di ostruzionismi sciocchi: sono favorevole a collaborare per trovare una soluzione». Gli risponde Biagio Marino, vice presidente Comunità Montana degli Alburni: «Chiedere sicurezza per le proprie popolazioni non significa mettersi contro istituzioni o altri pezzi dello Stato». Poi svela. «La Comunità montana è contraria alla discarica di Serre. A tal fine ha deliberato, in giunta, una richiesta di risarcimento per il danno finora subito». Anche Nicola Pastore, primo cittadino di Controne (5 chilometri da Serre), vede un territorio "mortificato sia dalla discarica che dal piano per allargarla". La sua posizione ricalca quella dell'assessore Carmine Cennamo: «Per sapere se sono stati scaricati anche rifiuti tossici basterebbe analizzare il percolato prodotto». Poi, ricordando che il suo Comune "è nel Parco Nazionale", si dichiara "disponibile" se gli altri sindaci del circondario dovessero chiamarlo ad esprimere una posizione di forte dissenso. Urgono "controlli capillari" anche per l'assessore alle Foreste della comunità Montana Alburni Ettore Poti. Infine Antonio Turco, allevatore, testimone oculare della disavventura capitata 12 notti fa nelle campagne di Postiglione: «Erano le 4.30: vicino casa mia rimasero intrappolati tre grossi camion carichi di immondizia. Arrivarono i carabinieri ma la situazione si sbloccò solo quattro-cinque ore dopo quando, con le luci del giorno, agli autoarticolati fu fatta fare manovra nell'aia di una casa colonica che subì la devastazione del selciato. Per tutta la notte agli occupanti delle auto incolonnate non restò altro da fare che… adeguarsi».

 

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