Il responsabile regionale dell'Ambiente sotto tutela dalle forze dell'ordine L'assessore: gli Lsu non possono fare bonifiche

Ganapini: «Stop ai fondi per l'Arpac e la Recam»

Ierii mattina ha incontrato il ministro Prestigiacomo. Ganapini prepara una vera rivoluzione
5 giugno 2008 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Assessore Ganapini, gira voce che anche le sia sotto scorta è vero?
«No comment, la prego».
Ha ricevuto delle minacce?
«No comment».
Insisto. Lei sta girando in tutta la Regione, sta facendo un lavoro certosino per verificare quello che è stato fatto e soprattutto non fatto: ha scoperto impianti di compostaggio ancora imballati, non ultima una discarica da 400 mila tonnellate mai utilizzata a Santa Maria la Fossa. E il clima è pesante...
«Diciamo che devo stare più attento perché mi muovo troppo, diciamo che avrò autisti più attenti. Stop».
Non ne vuole parlare, Walter Ganapini. E glissa sull'argomento piazzandoci su una grossa risata. È di ritorno da un incontro con la ministra per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo: «Che Dio la benedica, seria, preparata come i suoi tecnici». È andato a Roma con una missione, parlare del nodo dei nodi, del problema vero della Campania, «perché i rifiuti si tolgono dalle strade, quello che resta è sotto terra»: le bonifiche.
Ma da quali dati è partito?
«Bella domanda. Per il sito di Acerra è stata la Coldiretti a fare la caratterizzazione. L'unico studio più serio lo ha redatto l'Apat (Agenzia protezione ambiente)».
E l'Arpac?
«Ah. Ma sa che quando è scoppiato il caos per la diossina nella mozzarella su 1600 dati raccolti casualmente solo due erano relativi ai suoli dove ci sono allevamenti?».
E che indagine era?
«Appunto. Bisogna ripartire seriamente, tant'è che ho fermato ogni flusso di denaro verso l'Arpac fino a quando non capirò di cosa stiamo parlando. Io vivo con angoscia il fatto che nonostante i proclami ci siano ad Acerra, in località Calabricitto, 300 tonnellate di materiale contenente diossine 392 volte oltre i limiti consentiti».
Sulla carta le bonifiche dovrebbero essere fatte da Recam e Iacorossi, ma finora hanno spazzato, più che bonificato.
«Questo è un punto fondamentale. La Recam e la Jacorossi dovranno essere riformate. Siamo stati chiari con la Prestigiacomo e lei è d'accordo: non si può continuare con la storia degli Lsu».
Cioè? Può essere più chiaro?
«Ma in quale parte del mondo un lavoro così altamente specializzato viene fatto da lavoratori socialmente utili? Non è più tollerabile che il nuovo venga massacrato dal vecchio che non vuole morire. Stiamo lavorando per trovare nuove aree di business per loro. Non vogliamo fare macelleria, vogliamo però agire e aprire al mercato».
Faccia un esempio.
«Arrivando a Parco Saurino, sabato scorso, stavo cercando i vagli mobili con fori molto più piccoli di quelli in dotazione dei cdr che nel 2002 il commissariato ha comprato per non so quanti milioni. Lì ce ne sono 8, integri, i migliori al mondo. Prendiamo 50 addetti della Recam e facciamoli lavorare ai vagli una volta che saranno portati nei cdr. Ma è solo un esempio. Potrebbero lavorare nei Parchi che in Campania sono solo consigli di amministrazione. Possono essere formati per diventare guardie ecologiche volontarie. Bisogna mettere uno stop a questo scandalo».
Lei oltre ai fondi all'Arpac, cos'altro ha stoppato?
«La scorsa settimana in giunta è arrivata la delibera con i preventivi di spesa della Recam per alcuni lavori. Quando ho visto quelle cifre mi è venuta la pelle d'oca. L'ho bloccata».
Perché?
«Per la bonifica del Foro Boario di Maddaloni per la Recam servivano 4 milioni di euro. Dico otto miliardi di lire, ma stiamo scherzando?».
I commissari alle bonifiche hanno sempre lamentato la mancanza di risorse.
«Non è così. Le risorse ci sono. È bastato andare a Roma, volere è potere. E tutto il lavoro sarà condiviso».
Cosa vuol dire?
«Che ogni nostra decisione sarà comunicata e discussa da un gruppo di venti rappresentanti della società civile».
Cosa pensa del passato?
«Io da sabato ho chiuso le saracinesche. Se ne occupino altri del passato, io guardo solo avanti».

 

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