5 giugno 2008 - Ugo Ferrero
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Una Campania senza fondo. La più sporca, la più illegale, la più inquinata delle regioni italiane. Quella che emerge dal Rapporto Ecomafia 2008 di Legambiente, presentato ieri all'Istituto Italiano degli Studi Filosofici, è una regione massacrata da rifiuti, veleni e cemento. Che per il quattordicesimo anno consecutivo si conferma leader a livello nazionale per il numero di reati ambientali: nel 2007 sono stati ben 4.695 gli illeciti accertati (più del doppio rispetto all'anno precedente), una media di 13 reati al giorno, uno ogni due ore.
Detto in altri termini, per ogni sei reati ambientali commessi in Italia, uno di questi avviene in Campania. Dove resta alto il numero degli arrestati e dei denunciati (3289) e dei sequestri (1.436) così come il numero dei clan (75) che gestiscono il business e hanno il monopolio sul ciclo del cemento, rifiuti e racket degli animali.
La provincia di Napoli con 1.456 infrazioni accertate, 1.645 persone tra denunciate e arrestate e 864 sequestri effettuati si conferma leader a livello regionale, seguita da Salerno con 1336 infrazioni accertate, 788 persone tra denunciate ed arrestate e 295 sequestri effettuati. In coda la provincia di Avellino con 889 infrazioni accertate, 448 persone denunciate e arrestate e 87 sequestri effettuati. Ma c'è una sorpresa: il «virtuoso » Veneto balza al secondo posto nella classifica nazionale delle Regioni per inquinamento da rifiuti. Non solo come area di partenza ma anche come destinazione finale delle scorie nocive.
Al vertice delle attività con cui si totalizzano cifre di capogiro c'è, manco a dirlo, il traffico illegale di rifiuti. Un «sistema» che — denunciano gli ambientalisti — ha assunto la portata e la struttura di un'economia parallela che vive del saccheggio del territorio e che «garantisce la sopravvivenza di larghi strati di popolazione, così come nel passato avveniva col contrabbando». Nel solo anno 2007 sono 222 le discariche abusive indivuate in giro per la regione. «E come spietati killer — denuncia Legambiente — i trafficanti di rifiuti iniettano veleni micidiali, diossina, arsenico e piombo nelle campagne, nelle cave, nell'impasto del cemento che entra nelle nostre case, nei sottofondi stradali, nei fiumi». «Oramai il nostro territorio è moralmente inquinato dalla camorra. E anziché uscire al più presto dalla gestione commissariale dei rifiuti, il governo ha pensato bene di creare una superprocura che ridimensiona totalmente il lavoro di tanti magistrati che operano sui territori dell'ecomafia», dice il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo. «Contro il crimine subdolo e vigliacco degli ecomafiosi che approfittano della latitanza della politica per mettere in ginocchio le comunità e le loro economie è necessario inserire il reato ambientale nel codice penale – aggiunge Raffaele Del Giudice, direttore regionale del Cigno Verde – Ma è anche opportuno lavorare sulla prevenzione dei reati, istituendo ad esempio un osservatorio regionale sulla legalità ambientale. Un contributo importante nell'intercettare i rifiuti tossici di cui ogni anno si perdono le tracce potrebbe arrivare, poi, da Confidustria. Un impegno simile, insomma, a quello che gli industriali si sono assunti in Sicilia nella lotta al racket».
Un capitolo a parte merita l'abusivismo edilizio. Nel 2007 il cemento facile si conferma la lavanderia dei clan per i capitali sporchi derivanti da altre attività criminali. Nell'anno di riferimento sono circa semila le costruzioni realizzate abusivamente, con la Costiera Amalfitana e la provincia di Napoli che si confermano capitali della cemento connection. Secondo i dati forniti da forze dell'ordine e magistratura, si viaggia alla media di un abuso al giorno in Costiera Amalfitana e due in Penisola Sorrentina. E a dare il polso dello stato dell'abusvismo ci sono i dati dell'Agenzia del Territorio sulle «case fantasma», quelle che non esistono in nessun catasto e di cui nessuno — a parte i proprietari — sa alcunchè. L'Agenzia, in particolare, ha sovrapposto i rilievi sulle mappe catastali ed è emerso un numero impressionante di «particelle» con sopra nuove costruzioni: appartamenti, ville, alberghi, piscine che non riusultano da nessuna parte. Nella provincia di Salerno si è arrivati a ben 93 mila costruzioni fantasma, semila a Napoli. «Ed è ragionevole pensare che una buona parte sia del tutto abusiva», dicono gli ambientalisti.
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