Niente sito e violenze, la sfida di Chiaiano

Sfilano insieme con movimenti e centri sociali anche operai e famiglie. Oggi si torna nella cava per altre analisi
2 giugno 2008 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Le adesioni I timori della prima ora si dissolvono subito, già un’ora e mezza prima dell’orario di inizio della manifestazione. Nel giorno della manifestazione nazionale che fa convergere a Napoli migliaia di persone per protestare contro l’apertura della discarica, Chiaiano riesce a vivere una domenica normale, senza l’incubo degli scontri di piazza e senza zone rosse. Diecimila persone, secondo gli organizzatori, 3000 stando alle cifre della Digos, ma poco importa. Alla fine è presumibile che i manifestanti siano circa 5000. Ma quel che davvero conta è che il corteo partito dalla stazione della metropolitana e che si è snodato lungo la via provinciale Santa Maria a Cubito per poi puntare verso piazza Rosa dei Venti, si è svolto nel modo più pacifico e senza incidenti. Tante le sigle confluite da ogni parte d’Italia in nome di quel «partito del no» decisamente trasversale che riesce a coagulare anime anche molto differenti l’una dall’altra. A Chaiano ieri c’erano Oreste Scalzone e Luca Casarini, Francesco Caruso e padre Alex Zanotelli, ma anche Giovanni Russo Spena e Marco Rizzo, Ascanio Celestini e Peppe Lanzetta. Soprattutto, c’era tanta gente comune: dai ragazzi dei centri sociali napoletani e romani ai vicentini del comitato «No Dal Molin», che si oppone alla nuova base Usa, dai disoccupati dei Banchi Nuovi alle mamme che tenevano per mano i loro bambini, agli operai Fiat auto di Pomigliano d’Arco. Un universo di sigle e di slogan. La parola d’ordine resta una sola: «Resistenza». Chiaiano sa che quelli che l’attendono saranno giorni di grande fibrillazione. Manifestanti a Chiaiano Tra i residenti c’è la sensazione che mai come in questo momento non vada abbassata la guardia: soprattutto alla luce delle dichiarazioni fatte proprio a Napoli giovedì scorso dal presidente del Consiglio («abbiamo indicazioni sulla idoneità della cava di Chaiano»). «Mai come in questo momento è necessario mantenere i nervi saldi - dice Leopoldo, impiegato che vive a Chiaiano da oltre 30 anni - Creare disordini in questo momento significherebbe fare un regalo troppo grande al governo e a Berlusconi». Enzo, che invece a Chiaiano ci è nato, mostra un manifesto listato a lutto sul quale è scritto: «Dopo lunga e penosa agonia, si è spenta oggi in campania la democrazia. ne danno il triste annuncio i cittadini di Chiaiano». Un gruppo di donne, tutte madri di bambini che frequentano l’asilo o la scuole elementare, grida la sua disperazione e manifesta i timori per il futuro dei loro figli. «Politici e amministratori ci stanno rovinando la vita - dicono - Quale futuro ci aspetta? E ancora: è giusto aprire una discarica a soli due chilometri da qui ci sono gli ospedali, che senso ha tutto questo?». Nico, 50enne di Vicenza e membro del comitato «No Dal Molin» se ne torna a casa soddisfatto e speranzoso: «Oggi abbiamo sottoscritto un patto di mutuo soccorso con la gente di Chiaiano in nome della lotta per salvaguardare i territorio. È un giorno importantissimo. E credo che Chiaiano riuscirà a vincere la sua difficile battaglia». Da stamattina, intanto, riprendono i sopralluoghi dei tecnici nella cava del poligono.

 

Powered by PhPeace 2.6.4