Consorzi, ombre di camorra il governo: vanno sciolti

Interviene il sottosegretario per la crisi rifiuti «Si deve agire con fermezza la malavita ha interessi»
2 giugno 2008 - Rosaria Capacchione, Paola Perez
Fonte: Il Mattino

«L’omicidio di Michele Orsi, coinvolto in un’inchiesta collegata all’attività dell’Eco4, conferma la necessità di procedere subito allo scioglimento dei consorzi di bacino così come previsto dal decreto sui rifiuti. Solo così si potrà mettere la parola fine a un’emergenza che per troppo tempo ha permesso alla camorra di trarre illeciti profitti». Parole di Guido Bertolaso, sottosegretario per la crisi immondizia, dopo un fatto di sangue che lascia aperti scenari inquietanti. «Nell’ambito del decreto legge n. 90 del 23 maggio 2008, contenente le misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore nello smaltimento dei rifiuti della Regione Campania, all’articolo 11 comma 8 viene espressamente previsto lo scioglimento dei consorzi di Bacino delle province di Napoli e Caserta», si legge in una nota diffusa dal Capo della Protezione civile. Bertolaso tiene poi a ricordare «che nella conferenza stampa dello scorso 23 maggio era stata presentata questa importante disposizione, inserita nella norma sottoposta all’attenzione del Consiglio dei ministri lo scorso 21 maggio a Napoli». L’omicidio a Casal di Principe di una persona coinvolta nell’inchiesta sull’Eco4, prosegue il sottosegretario, «conferma la necessità di intervenire con fermezza, applicando tutte le disposizioni previste dal decreto legge. Anche mediante lo scioglimento dei consorzi di bacino si potrà raggiungere l'obiettivo di mettere la parola fine ad una vicenda, come quella dell'emergenza rifiuti in Campania, che per troppo tempo ha anche permesso alla malavita organizzata di poter realizzare illeciti profitti a danno dell'efficienza di un servizio essenziale come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti». Un patto diabolico. Alleanze a tutto campo, dalla politica alla camorra, da segmenti delle istituzioni a piccoli cialtroni specialisti in clientele. Questo c’era nel piatto della Dda di Napoli, un anno fa, quando Michele Orsi fu arrestato assieme al fratello Sergio. Era accusato, il «signore dei rifiuti», lo stratega degli appalti con il commissariato di governo, di truffa aggravata e favoreggiamento del clan dei Casalesi. Ma quando, detenuto, fu interrogato, si difese. Era un anno fa, dopo il rigetto del Riesame che gli aveva negato la libertà. Il fratello Sergio lo seguì a ruota ma non tutto, ancora, avevano raccontato: altre inchieste sono in corso, e la loro testimonianza sarebbe stato il pezzo forte dell’udienza preliminare che si terrà il 17 giugno, a Napoli, dinanzi al giudice Enrico Campoli. Michele Orsi parlò a lungo. Una parte dei suoi interrogatori è contenuta negli atti dell’inchiesta che portò all’arresto del presidente del consorzio Ce4, Giuseppe Valente, di alcuni consiglieri comunali di Mondragone e di un paio di camorristi. Tra gli indagati, il sindaco del piccolo comune rivierasco, Ugo Conte, e il deputato di An Mario Landolfi. Orsi, dinanzi al pm Alessandro Milita - che è anche titolare dell’inchiesta sull’omicidio - raccontò delle tangenti pagate alla camorra e ai politici. E di una cena nel ristorante Italo, a Formia, al quale parteciparono proprio tutti: i camorristi del clan La Torre e il sindaco di Mondragone, Ugo Conte. Una riunione, all’ordine del giorno della quale c’era il contratto tra Ecoquattro e il Ce4.

 

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