Immondizia e politica nello scandalo del Consorzio Eco 4

2 giugno 2008
Fonte: Il Mattino

Vicino a Forza Italia fino a poco dopo il 2003, quando appoggiò la candidatura a sindaco di Francesco Schiavone, ingegnere, dipendente di Ecoquattro, la sua società. Tesserato Ds, in quota al consigliere regionale Angelo Brancaccio, dal 2005, all’epoca della trattativa per l’ingresso della Gmc nel comprensorio atellano. Legato a filo doppio, nonostante la tessera avversa, a Forza Italia e An nella cogestione del consorzio intercomunale di bacino Ce4. Michele Orsi andava lì dove c’erano gli appalti da gestire, lì dove c’era da spartirsi i soldi del commissariato per l’emergenza e quelli dei Comuni. Aveva entrature solide, documentano le varie inchieste che lo hanno visto protagonista nella veste di indagato, nei posti chiave: al commissariato, appunto, all’epoca di Corrado Catenacci, dove era riuscito a imporre come consulente un suo dipendente, quel Claudio De Biasio poi diventato vice di Bertolaso e arrestato con i fratelli Orsi il 3 aprile dello scorso anno. E poi: in prefettura a Caserta, dove era in rapporti strettissimi con un funzionario, Ernesto Raio, poi diventato capo di gabinetto di Catenacci. E infine: a Mondragone, dove dispensava favori - assunzioni e consulenze - a politici e camorristi, in cambio dell’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Il cancro era nel consorzio Ce4, commissariato dopo le inchieste della Dda. Ne è convinto anche il sottosegretario Guido Bertolaso che ieri sera ha chiesto lo scioglimento dei consorzi di bacino di Napoli e Caserta per colpire gli interessi della camorra. «Nel decreto legge del 23 maggio 2008 che contiene le misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore nello smaltimento dei rifiuti della Regione Campania - spiega, attraverso una nota, Bertolaso - all’articolo 11 comma 8 viene espressamente previsto lo scioglimento dei Consorzi di Bacino delle province di Napoli e Caserta. Quanto accaduto a Casal di Principe, con l’omicidio di una persona coinvolta in un’inchiesta collegata all’attività del consorzio Ce4 che operava nell’ambito della gestione dei rifiuti in Campania, conferma la necessità di intervenire con fermezza, applicando tutte le disposizioni previste dal decreto legge. Anche mediante lo scioglimento dei consorzi di bacino, si potrà raggiungere l’obiettivo di mettere la parola fine a una vicenda, come quella dell’emergenza rifiuti in Campania, che per troppo tempo ha anche permesso alla malavita organizzata di poter realizzare illeciti profitti a danno dell’efficienza di un servizio essenziale come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti».

 

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