Fra Parco Saurino e S. Tammaro scoperta una vasca abbandonata che avrebbe potuto ospitare 400mila metri cubi di tal quale

Nuovo scandalo, discarica mai utilizzata

Ispezione dell’assessore regionale Ganapini: «Macchinari fermi da anni, non credo ai miei occhi»
1 giugno 2008 - Daniela de Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Impianto di Cdr Una vasca profonda 20 metri e lunga pronta ad accogliere 400mila metri cubi di rifiuti che corrispondono a 800 mila tonnellate di ecoballe. È stata realizzata nel 2002 e poi abbandonata. Accade a Parco Saurino, il sito di trasferenza del casertano, indimenticabile tappa del viaggio negli sprechi di quella beffa che si chiama emergenza rifiuti. Accanto ci sono altre due vasche, funzionanti, alla quale la terza potrebbe essere collegata aumentando la capienza fino a un milione di tonnellate e dando fiato per sei mesi ai cittadini della regione. Un assurdo. «Quando l’ho vista sono rimasto sconvolto, non credevo ai miei occhi, se quella vasca fosse stata utilizzata non sarebbe mai scoppiata l’emergenza di gennaio e febbraio. Usandola si potrebbero superare anche le difficoltà attuali»: l’assessore regionale Walter Ganapini ieri ha perlustrato gli impianti del casertano e ha fatto una serie di amare scoperte. A San Tammaro, dove negli ultimi giorni sono arrivate le balle, fermi su un piazzale d’asfalto, ci sono i vigili del fuoco che sorvegliano il materiale sotto la canicola. Solo da qualche giorno sono stati forniti di disinfettanti. E ancora a Parco Saurino, in mezzo a una campagna incolta, sono parcheggiati a marcire con pneumatici ormai sgonfi otto macchinari da tempo ricoperti dalle erbacce: sono i vagli mobili che avrebbero potuto stabilizzare i rifiuti rendendoli buoni per le discariche. Se fossero stati utilizzati si sarebbe prodotto materiale a norma. «Pare che quei macchinari siano stati acquistati dal commissariato sei anni fa senza essere mai utilizzati - racconta Ganapini - Ho impattato nell’ennesimo episodio della rubrica degli orrori. Quelle macchine sono perfette. Mi ripropongo di metterle rapidamente in manutenzione, serviranno per vagliare la sostanza organica di cui sono pieni i siti. Ci sono tre trituratori e vagliatori prodotti dalla più importante azienda tedesca. Messi tutte insieme questi strumenti saranno costati alcune decine di milioni di euro. Bisognerà che prima o poi di questo ignobile spreco di pubblico denaro si cominci a dar conto». Nei siti casertani l’assessore ha ritrovato anche rimorchi con nastropresse che possono anche strizzare e disidratare i fanghi e una pala meccanica gigantesca. A San Tammaro c’è un impianto di compostaggio mai utilizzato: nei due capannoni ci sono file di lampade industriali (costosissime), le trincee che dovrebbero ospitare il materiale da trasformare in concime sono completate, fuori c’è un enorme impianto di trattamento dell’aria. E poi più nulla. Uno degli stabilimenti è stato riempito di ecoballe. E a Santa Maria Capua Vetere e a Polla ci sono altri due impianti, anche quelli fermi. Così in Campania non si fa compostaggio, ma si pagano cifre enormi (anche 200 euro a tonnellata) per spedire negli altri impianti italiani il materiale che poi verrà rivenduto come concime moltiplicando i guadagni delle imprese delle altre regioni. «Quello che ho visto è la riprova assoluta che avevamo tutto per gestire tutte le tipologie di rifiuti, se solo una buona dirigenza tecnica avesse prevalso» commenta Ganapini che alla fine del viaggio lancia un appello: «Inviterò Bertolaso a stare due giorni con me per vedere gli impianti che abbiamo e dobbiamo utilizzare».

 

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