Superprocura, aumentano i no: sarà paralisi

Dopo quello dei pm, duro documento dei 41 gip: siamo «incompetenti» a trattare la materia
30 maggio 2008 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

I punti contestati Il decreto del governo varato a Napoli nove giorni fa in materia di emergenza ambientale non convince i giudici. Alle riserve già avanzate dalla gran maggioranza dei pubblici ministeri in servizio alla Procura si aggiungono ora quelle dei giudici per le indagini preliminari. I 41 magistrati in servizio all’Ufficio Gip hanno infatti firmato un documento che nelle prossime ore verrà spedito al consiglio giudiziario della Corte d’Appello di Napoli. Chiaro il senso del messaggio: al di là della incostituzionalità del decreto - sostengono i giudici - un vizio di fondo permea la decisione adottata dal presidente del Tribunale, Carlo Alemi, che proprio ieri ha formalizzato la composizione dei 10 collegi composti dai gip (caso unico in Italia) che si dovrebbero alternare a rotazione per emettere misure cautelari personali e reali per i reati commessi in materia ambientale. Un fatto inconcepibile, proseguono ancora i giudici per le indagini preliminari, che oltre a non trovare precedenti nella storia giudiziaria del nostro Paese non trova riscontri nemmeno all’interno dello stesso contestatissimo decreto. I gip, insomma, si dichiarano «incompetenti» a trattare la materia. «Semmai - spiega al Mattino uno dei promotori della raccolta di firme - la competenza ad applicare quel tipo di provvedimenti spetterebbe ad un collegio composto da giudici del Tribunale». Si apre dunque un nuovo fronte che agita le acque della magistratura napoletana. E che rischia di creare una contrapposizione con i vertici degli uffici giudiziari. Solo tre giorni fa erano stati i pubblici ministeri a riunirsi e a stilare un durissimo documento (firmato da 72 pm su 107) poi inviato al Consiglio superiore della magistratura, nel quale i pm evidenziavano come il decreto che istituisce una superprocura «regionale» con competenza in materia di reati ambientali sia incostituzionale. Ma i timori della magistratura napoletana non si fermano qui. E ora tocca al presidente della giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati, Sergio Amato, lanciare un nuovo allarme: quello legato alla imminente, probabile paralisi dell’Ufficio Gip. «Con l’istituzione dei collegi composti da tre giudici per le indagini preliminari - spiega Amato - è facile immaginare che i colleghi, già oberati da centinaia di fascicoli, finiscano per vedere paralizzato il loro lavoro alla luce di questi nuovi impegni». Per Amato la paralisi appare «inevitabile». Anche perché, nonostante da più parti si sia invocato l’intervento del governo e del Csm, ai quali spetta l’avvio delle procedure per inviare nuovi magistrati e nuovo personale amministrativo in organico al Gip, finora nessuno si è fatto vivo. «Vale la pena di ricordare - aggiunge il presidente della giunta distrettuale dell’Anm - che anche dopo l’intervento del presidente del Tribunale e dopo la pubblicazione del nostro documento, nel quale sollecitavamo l’arrivo di rinforzi, nessuna risposta sia ancora arrivata dalle sedi competenti. «La verità è che il “caso Napoli” non può ridursi alla sola emergenza rifiuti, perché qui le emergenze restano ancora tante: dalla lotta alla criminalità organizzata alla lotta alla criminalità comune».

 

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