L’avvocato del boss e il nuovo consorzio Negli Usa la trattativa per gli impianti
Su e giù per l’Italia, da Napoli a Roma, da Milano al Veneto. E poi l’America, patria del business e sede legale riconosciuta dei grandi affari internazionali, luogo di scambio di relazioni altolocate e grande magazzino dove acquistare know-how, tecnologie, macchine. Michele Santonastaso, l’avvocato dei boss casalesi in carcere da settembre, aveva messo gli occhi proprio sul mercato americano. Era lì che stava trattando, in rappresentanza di una non meglio identificata cordata di imprenditori casertani, l’acquisto di strumenti necessari a far funzionare il nuovo consorzio per il trattamento dei rifiuti che, un anno fa, era in via di costituzione a Napoli. Tramite tra lui e l’America, Pasqualino Maurizio Sarlo, operatore del settore conosciuto chissà dove, possessore delle chiavi di accesso agli ambienti imprenditoriali statunitensi. Chiavi che barattava con le entrature romane di Santonastaso e con i suoi amici del ministero degli Esteri. Nell’informativa depositata lunedì dal pm Cesare Sirignano nel processo (in corso con il rito abbreviato, gup Anita Polito) a carico dell’avvocato C.D.C., storico difensore di pentiti coinvolto in un’inchiesta sul clan dei casalesi assieme al collega Santonastaso, è allegato anche il testo di un messaggio inviato telefonicamente da Sarlo all’amico e socio in affari. «Ciao caro. Avrei bisogno - scriveva il 20 marzo del 2010 - del tuo indirizzo mail per inviarti dichiarazione da scrivere di pugno per partecipare a delegazione Usa, unita a copia passaporto. Mi servono per quando ci vediamo mercoledì». Si ignora, allo stato, se Michele Santonastaso abbia effettivamente partecipato al viaggio negli Stati Uniti, collegato strettamente alla creazione del nuovo consorzio napoletano. Due giorni dopo l’invio del messaggio, il numero riservatissimo dal quale l’avvocato di Antonio Iovine e Francesco Bidognetti chiamava sia il collega D.C., sia Sarlo, era stato sostanzialmente disattivato. È certo che dal 22 marzo, infatti, Santonastaso non l’ha più utilizzato. L’informativa della Squadra mobile di Caserta, trasmessa al pm Sirignano nel febbraio scorso, riporta altre conversazioni telefoniche ma molto più spostate nel tempo e su un’altra utenza. Risalgono al luglio del 2010, e contengono le tracce di un appuntamento romano, al ministero degli Esteri, che Michele Santonastaso aveva fissato per conto di Sarlo. Incontro previsto per il 22 luglio. Le conversazioni testimoniano anche di altre frequentazioni (vere o millantate) di Santonastaso e D.C. con variegati ambienti della politica, anche nazionale. In una occasione, per esempio, l’amante di D.C. invita l’amico casertano a trascorre una serata al mare «con l’onorevole Giro». In un’altra i due colleghi parlano della necessità di incontrare un personaggio, non identificato, legato agli ambienti dell’Italia dei Valori, che in quei giorni si trovava a Napoli e aveva partecipato a una riunione all’hotel Santa Lucia e successivamente avrebbero potuto contattare a Reggio Emilia. L’arresto di Michele Santonastaso, alla fine di settembre dello scorso anno, richiesto molti mesi prima al gip dalla Dda di Napoli, ha interrotto ogni successiva verifica sull’esito della trattativa sulla realizzazione del progetto. I cui termini, sia pure sommariamente, sono stati illustrati da Sarlo nel corso di un interrogatorio reso dinanzi al pm Sirignano nel marzo scorso. Nell’iniziativa, ha detto l’imprenditore veneto, era coinvolto anche «Gianteresio Iacometti, manager di molte grandi imprese e soprattutto coordinatore di un gruppo di scienziati che hanno come progetto la gestione e la risoluzione di problemi legati al mondo della raccolta dei rifiuti e dell’energia alternativa, addirittura più avanzate del fotovoltaico».