«Contro di me una vigliaccheria di Stato»

Intercettato il capo della protezione civile «Sputtaniamo i tecnici di Pecoraro»
28 maggio 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Per due anni hanno trasportato rifiuti pericolosi nelle discariche della Campania, grazie al timbro del commissariato, che autorizzava anche la spedizione di convogli ferroviari in Germania. Da Napoli partivano rifiuti non a norma, buoni a mantenere in piedi una struttura conveniente per tutti. Per le carriere di dirigenti pubblici e privati, per un laboratorio chimico che falsificava le analisi, per i vertici Ecolog e finanache per un maresciallo dei carabinieri finito sott’inchiesta. Il quadro sconfortante. È l’aggettivo usato dal gip prima di affrontare il caso Terzigno, uno dei siti scelti la scorsa settimana dal governo Berlusconi a Napoli e compresi dal decreto legge per risolvere l’emergenza. L’obiettivo è collocare nel sito del parco nazionale del Vesuvio rifiuto indifferenziato, che in alcuni casi viene chiamato «marmellata», «tal quale», o più esplicitamente «monnezza pura». La discarica truccata. «Noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare a farlo». Parla il subcommissario Marta Di Gennaro (ai domiciliari) al telefono con l’ex commissario Guido Bertolaso (che non è indagato), oggi sottosegretario. È il 26 giugno dello scorso anno e si fa riferimento alla necessità di scaricare rifiuti non a norma (secondo la lettura della Procura) nella discarica del Parco nazionale del Vesuvio. Di Gennaro: «Sono molto preoccupata sull’utilizzabilità di Terzigno, lo vedo molto problematica». Bertolaso: «Vabbé, allora? Perché questi si oppongono o per quali ragioni?». Di Gennaro: «Corriamo il rischio che dopo la prima palettata arriva il primo cittadino e ci blocca tutto». Bertolaso: «Perché? Sulla base di che cosa? Di Gennaro: «Della legge, che dice che noi dobbiamo metterci là dentro la fos (frazione organica)». Bertolaso: Beh, parla di destinazione finale della fos. Di Gennaro: bisogna capire quale giudice te lo interpreta così. Se l’interpretazione è questa fatelo a vostro rischio e pericolo». È sempre la Di Gennaro a chiarire: «La schifezza all’inizio non si può fare». L’aiuto del Commissariato. Per il gip a Terzigno non c’è stato «l’adeguamento morfologico» dell’area, e vi vengono gettati rifiuti non selezionati e trattati, ma indistinto «tal quale». Più esplicita, è la conversazione del 24 luglio scorso, tra Di Gennaro e Bertolaso: Di Gennaro: Io te l’ho scritto, siccome dicono che lì va messa solo la fos stabilizzata. Dico io, allora cominciamo con il primo aiuto: non rompete le palle con questa stabilizzata. Bertolaso: appunto. Il timore di Bruxelles. Lo spauracchio riguarda le prescrizioni della comunità europea. Di Gennaro si rivolge ancora a Bertolaso: tu farai in modo che quella sarà considerata fos, anche perché ti ho detto che la tratteremo come discarica. Tu ci devi spianare la strada su questo, tu ci devi soltanto aiutare con le normative, per portarci a Bruxelles in modo sereno». La polverina magica. Sul caso Terzigno, interviene il responsabile della Direzione generale per la qualità della vita del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini (non indagato: «La qualità cattiva della roba? la facciamo diventare migliore. Il tentativo è di trattare con una polverina magica, tipo calce, che mischiata con la roba da spostare, la rende non puzzolente». Esplicita la richiesta di aiuto della Di Gennaro a Mascazzini: «Il vero aiuto che ci dovete dare e rinaturalizzare quello che ho scritto». Il gip si sofferma a lungo su questa richiesta di aiuto. L’amarezza di Bertolaso. Uno sfogo amaro del sottosegretario, che rimanda alla torrida estate del 2007, quando Bertolaso lasciò i vertici del commissariato. Il motivo dell’amarezza traspare dalla conversazione con il prefetto Alessandro Pansa, per l’opposizione all’apertura della discarica di Valle della Masseria, da parte del ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, che proponeva invece il sito di Macchia Soprana. Ad essere intercettata è sempre Marta Di Gennaro, che passa il telefono al prefetto di Napoli. Bertolaso: «Spero che non diano a te la responsabilità, perché ovviamente io ho già mollato l’incarico alla luce di questa devastante vicenda di vigliaccheria assoluta da parte dello Stato. E quindi io non guardo in faccia a nessuno, quindi ho già comunicato al segretario generale che per quello che mi riguarda la vicenda è conclusa domani mattina metterò due righi per iscritto, d’altra parte...non mi pare di avere alternative, capito? Volevo che lo sapessi, capito?» Pansa: «Mi dispiace un sacco, veramente mi dispiace un sacco, perché io non so meglio di te chi possa. Cioè, siamo proprio nella merda seria, allora» Bertolaso: «Vedrai che il ministro dell’Ambiente saprà tirare fuori qualche altro cilindro troverà pure un sovrano che sarà in grado di gestire tutto molto più brillantemente di quel poco che sono riuscito a fare io». Sputtanare i tecnici del Ministro. Un giorno prima di dimettersi, Bertolaso è su tutte le furie al telefono col subcommissario Marta Di Gennaro: «Io ho un obiettivo preciso: sputtanare i tecnici del ministero dell’Ambiente. A me di Macchia Soprana non me ne frega un cazzo e non la faremo mai probabilmente...mentre invece a me mi serve Valle della Masseria sabato prossimo quando chiudiamo Villaricca». Operazione rompiballe. Uno degli espedienti per trafficare rifiuti non a norma consiste nel pressare sotto le ruspe le ecoballe per renderli simili al rifiuto trattato. «Senti me, allora passiamo con l’operazione rompiballe». A conversare il 21 aprile 2007 sono il responsabile dell’impianto Cdr di Santa Maria Capua Vetere Pasquale Moschella e Ernesto Picarone, responsabile ambiente e ingegneria di Fibe e Fisia Italimpianti. I due parlano della discarica in località Lo Uttaro, in provincia di Caserta. Picarone: rompiamo le balle, quelle più malprese e le utilizziamo come scarti. Moschella: e dove le metto, questo è il problema: dove le rompo? Picarone: dentro al Moschella: non ho spazio dove romperle. I viaggi in Germania: Agli arresti Giuseppina Marra, dirigente regionale, addetta all’ufficio Ambiente in Prefettura a Caserta. L’inchiesta investe Roberto Cetera e Lorenzo Brigantini Miracle, rispettivamente Ad e direttore tecnico della Ecolog, che fino a pochi mesi fa smaltivano rifiuti in Germania, «in totale dispregio delle regole comunitarie», scrive il gip. E a prezzi da capogiro, per le casse dello Stato. La Marra avrebbe autorizzato il trasferimento di convogli in Germania, con rifiuti non in regola. In alcuni casi i codici venivano falsificati ad hoc, con passaggi di spray o con una mano di vernice, prima di finire in Germania. L’amico maresciallo. Michele Greco sollecita al telefono il maresciallo dei carabinieri Rocco De Frenza a intervenire contro un carabiniere che sta indagando a Villaricca. Scrive il gip: «De Frenza lo rassicura, minacciando una nota disciplinare per il militare e consigliando a Greco di strappare le relazioni di servizio del carabiniere». De Frenza avrebbe anche segnalato, alcune mosse degli inquirenti ai presunti complici in commissariato. l.d.g.

 

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