Telefonata intercettata tra Di Gennaro e Bertolaso

«Dobbiamo fare una discarica truccata».

C'era l'abitudine di sversare rifiuti senza trattamento. Dall'inchiesta emerge una realtà inquietante: ecco il dialogo tra Bertolaso e la sua vice.
28 maggio 2008 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Fare una bella figura e una bella carriera. Avere un ruolo importante nella gestione dei rifiuti in Campania, dimostrando un'efficienza che non c'è mai stata a costo di fare carte false. Questo, secondo il gip, spingeva il subcommissario ai rifiuti Marta Di Gennaro a spacciare per rifiuti trattati e innocui roba, invece, micidiale. Laureata in Medicina all'Università Cattolica di Roma, specialista in Medicina del lavoro e in Igiene, è dirigente generale dei dipartimento di protezione civile.

Nel 2001 ha ottenuto anche la medaglia d'oro al merito della Sanità pubblica. All'argomento rifiuti, la dottoressa aveva un approccio concreto e informale. Un anno fa, il 30 maggio, Michele Greco, alto dirigente della Regione, le diceva: «L'unica cosa che bisogna far capire è che in questo momento non ha senso fare nessun trattamento sui rifiuti in Campania». E lei rispondeva: «Vabbè, rimane tra noi, non ce lo possiamo dire: ora noi dobbiamo parlare il linguaggio che parlano tutti, che è il linguaggio della vaghezza ». Ma la conversazione più interessante che i carabinieri hanno intercettato e che è inserita nell'ordinanza di custodia (firmata dal gip Rosanna Saraceno su richiesta dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati dall'aggiunto Aldo de Chiara) è quella avvenuta la sera del 28 giugno successivo tra lei e Guido Bertolaso. Si parla di una riunione sulla discarica di Terzigno: uno sversatoio che si trova in pieno parco nazionale del Vesuvio e perciò avrebbe dovuto accogliere solo Fos, cioè frazione organica stabilizzata, nell'ambito della ricomposizione morfologica del territorio. Marta Di Gennaro la vede in un altro modo: per lei, a Terzigno c'è solo «una discarica da truccare ». Telefona al suo capo e spiega: «La riunione è finita adesso. Per certi versi non è stata una cattiva riunione, però qui non si vede la luce. Loro sono assolutamente convinti che se lì non si porta la cosa giusta, il primo Ortolani che passa me la sottopone all'indice respirometrico, dice: questa non è una roba stabilizzata, ci manda tutto per aria. Cioè, il compromesso di mettere una schifezza all'inizio non si può fare. L'unica schifezza che si può mettere è quella che è effettivamente già stabilizzata: ma diciamo che sono secchiellate, palettate, potrà essere per ben che vada 80.000 tonnellate di roba... Quindi sono francamente molto preoccupata perché io, se proprio te la devo dire tutta, l'utilizzabilità di Terzigno la vedo molto problematica». Un fiume di parole, alle quali Bertolaso replica secco: «Vabbè, e allora? Perché la vedi molto problematica, perché questi qui si oppongono o per quali altre ragioni?». «I tempi sono lunghi e la quantità da esportare è poca, tutto qui». «Perchè che cosa dobbiamo fare? Quello che loro vogliono. Ma a noi chi ci impedisce di portare la Fos?». Un nuovo fiume di parole si rovescia sul commissario straordinario: «No, nessuno. Loro si sono offesi perché noi abbiamo portato un progetto preliminare di discarica. Dico: ma lo volevate già un progetto di rimodellamento eccetera, ma quello lo faranno gli esperti dopo, noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare a fare quello... Vabbè, ma questa è la ragione sulla quale Marta Di Gennaro vice di Bertolaso è stata una delle sue collaboratrici più strette abbiamo litigato, è inutile che te la dico... Che noi parliamo di discarica è ovvio, che noi dobbiamo portarci rifiuti in qualche modo è ovvio. A un certo punto Cosentino ha detto: allora il commissario ritorna ai suoi poteri, faccia quello che vuole, lo faccia in deroga. Però ci mettevano in guardia, che comunque se lo facciamo corriamo il rischio che dopo la prima palettata arriva il primo cittadino e ci blocca tutto». Bertolaso: «Perché ci blocca? Sulla base di che cosa ci blocca?». La dottoressa: «Della legge che dice che è Fos, che noi dobbiamo mettere la Fos e che quello non è Fos». Bertolaso: «Beh, parla di destinazione finale della Fos». Di Gennaro: «Oooooh, appunto, è quella la cosa... Ho detto: quello è finale. Loro dicevano: vabbè, figurati, quello lo sappiamo, lo possiamo dire, ma chi la interpreta così? Quale giudice te lo va a interpretare così? Hanno detto: allora fatelo, se l'interpretazione è questa fatelo a vostro rischio e pericolo».

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