Termovalorizzatore, Sica attacca De Luca

Il sindaco di Salerno: «Agli oppositori niente tariffe agevolate». La replica: «Lui non comanda a casa nostra»
25 maggio 2008 - Fulvio Scarlata
Fonte: Il Mattino Salerno

«Il termovalorizzatore? Ve lo potete dimenticare». Da Pontecagnano a Giffoni Sei Casali si schiera il fronte di guerra contro l’asse De Luca-Berlusconi. «Bertolaso ci deve convocare subito perché l’inceneritore lo vogliono fare a casa nostra non a Salerno. Altrimenti ne vedremo delle belle» l’attacco di Ernesto Sica. «De Luca minaccia vanamente sulle tariffe: noi non pagheremo nulla a Salerno perché facciamo la raccolta differenziata al 90%. Lui vuole fare soldi sulla nostra salute, la battaglia continua» secondo Gerardo Marotta. Aveva provato con il solito metodo, Vincenzo De Luca, dicendo: «I Comuni limitrofi che non si oppongono al termovalorizzatore avranno le tariffe del capoluogo per sversare i rifiuti. A Giffoni Sei Casali, che ha presentato ricorso al Tar, pagheranno tariffa normale». Questa volta, però, il supersindaco ha fatto buca: a Pontecagnano sono infuriati, a Giffoni Sei Casali fanno la raccolta differenziata a livelli spinti, di inceneritore e tariffe non sanno che farsene. «Primo: su questa storia dell’inceneritore ne vedremo delle belle - l’avvio di Sica - Secondo: si dicono solo stupidaggini perché il termovalorizzatore, come il compostaggio, il cementificio e la centrale termoelettrica, è a Pontecagnano non a Salerno. Terzo: è troppo comodo, e troppo scorretto, fare le cose ma sul terreno altrui, così è facile. Perché l’inceneritore è a 800 metri dal centro di Pontecagnano ed a 14 chilometri dal centro di Salerno. Non ce ne staremo a guardare». Il primo cittadino di Pontecagnano chiede di essere subito convocato dal sottosegretario Bertolaso per ottenere un chiarimento. «In questo momento è troppo forte l’aspetto mediatico per il sì all’inceneritore - conclude Sica - e c’è il decreto Berlusconi, quindi bisogna trattare con la realtà non con i sogni o le proteste. Ma qui si sta esagerando. Siamo all’impazzimento: da zero a quattro termovalorizzatori. Basterebbe per la Campania l’impianto di Acerra e comunque non ne serve uno da 500mila tonnellate a Salerno». La rabbia non cambia a Giffoni Sei Casali. «È solo una speculazione - spiega Gerardo Marotta - Noi proponevamo un impianto con trattamento meccanico-biologico in uso a Treviso o in Emilia Romagna, soltanto che non rende economicamente come il termovalorizzatore perché il processo di lavorazione è più lungo, nulla viene bruciato e si ricava materiale inerte per l’edilizia o le strade. Bruciare una materia prima, perché tali sono i rifiuti indifferenziati, è da scellerati. Così come il piano di Berlusconi da quattro termovalorizzatori: vuol dire che non si vuol fare un chilo di raccolta differenziata in Campania». Il primo cittadino di Giffoni chiama in causa i Comuni limitrofi che «si sono adeguati al patto di potere di De Luca accettando di fare il termovalorizzatore sul proprio territorio perché quell’impianto non è certo a Salerno». Pone inoltre una semplice domanda: «Noi siamo un piccolo centro ma siamo al 90% di raccolta differenziata, ma questo improvviso salvatore della Patria che vuole fare il termovalorizzatore perché non ha mai fatto la raccolta differenziata? Se avesse cominciato nel ’93, nel ’97 o almeno nel 2000 non dico che Salerno poteva arrivare ai nostri livelli ma almeno al 40-50%: ci sarebbe stata la metà dei rifiuti in strada. Ma allora non ci sarebbe stata l’emergenza, né la necessità di costruire un inceneritore così grande. Dopo 14 anni si sfrutta ancora l’emergenza per speculare sui rifiuti».

Powered by PhPeace 2.6.4