I nodi della bonifica, dossier sui veleni

25 maggio 2008
Fonte: Il Mattino Caserta

L’area dello Uttaro e quella a ridosso della discarica chiusa dalla magistratura nei mesi scorsi, dove sorge la cava Mastroianni, inserite in un elenco di siti «da proteggere» in quanto destinati a essere bonificati. È quanto riporta la relazione del piano regionale di bonifica delle aree inquinate datata 3 marzo 2005, che stila l’elenco delle zone definite di interesse nazionale. Molto preoccupante anche l’analisi della falda acquifera sottostante il sito de Lo Uttaro, che risulta inquinata dalle analisi chimiche preliminari effettuate nel dicembre 2006. Quest’ultimo aspetto venne citato anche dal consulente, incaricato dal tribunale di Napoli di provvedere a una relazione tecnica sull’effettivo rischio ambientale della zona. Dalla perizia emerge, parlando dell’area de Lo Uttaro, «uno stato di inquinamento preesistente che non può che essere aggravato dalla collocazione della nuova discarica». E un dossier sui veleni de Lo Uttaro e delle aree circostanti è stato già consegnato nei mesi scorsi allo stesso Bertolaso unitamente alla «piattaforma alternativa» quando il numero uno della Protezione civile ricopriva l’incarico di commissario straordinario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania. Fu Bertolaso, alla fine del 2006, a sottoscrivere con il presidente della Provincia Sandro De Franciscis e il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, il protocollo d’intesa per l’utilizzo dell’area. Nel dossier è citato uno studio dell’Arpac secondo il quale «sono risultati ancora non bonificati i 396 siti inquinati. La mappa ad alto rischio, in cui è stata registrata anche un’altissima incidenza di malattie tumorali, riguarda proprio alcune aree dell’Agro aversano e la zona di confine tra Maddaloni, Caserta e San Nicola la Strada».

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