«Quel buco inghiottirà 2 milioni di tonnellate»

I residenti spaventati dalla capienza della cava Mastroianni. Raffica di ricorsi, dossier alla Consulta
25 maggio 2008 - Luigi Bernardo
Fonte: Il Mattino Caserta

Cava Mastroianni Ancora rifiuti lungo la via Appia, fra Caserta, San Nicola la Strada e Maddaloni. L’individuazione della cava Mastroianni da parte del sottosegretario Bertolaso, non è passata in silenzio, ma la popolazione che ne subirà gli effetti, quella di San Nicola, San Marco, quella di via Acquaviva, era quasi rassegnata all’idea: già da mercoledì scorso, se ne parlava sotto voce, molti lo sospettavano. Più di novantamila metri quadrati, la cava ospita attualmente un campo di calcio, uno da tennis, poi container risalenti al dopo terremoto, materiale da cantiere e altro spazio ancora che riporta alla vecchia estrazione del tufo, la cui licenza è ancora intestata a Nicola Mastroianni, il più anziano di sette fratelli di San Nicola la Strada proprietari della cava che se la vedranno portar via, anche se ormai loro ne erano coscienti e consapevoli: con il perdurare dell’emergenza rifiuti, a lungo andare quel grande «buco» avrebbe fatto gola a chi deve risolvere il problema di ripulire le strade dall’immondizia. E a nulla serve dire che confina con «lo Uttaro», che sono state eseguiti verifiche e carotaggi, che la zona potrebbe essere già inquinata. «Purtroppo subiremo gli stessi effetti nauseabondi patiti quando era attiva la discarica di Lo Uttaro senza poter intervenire», dice sconsolato Angelo Pascariello, sindaco di San Nicola la Strada. «Per come è grande la cava Mastroianni, si calcola che potrà ospitare poco meno di due milioni di tonnellate di immondizia - dice Mariano De Matteis, farmacista sannicolese, uno dei leader del comitato emergenza rifiuti - in quella zona ci sono già seppellite circa 6 milioni di tonnellate fra quelle della discarica «Migliore Carolina», della «Ecologica Meridionale» e di «lo Uttaro». Ma possiamo fare ben poco». Già venerdì sera il comitato ha chiamato a raccolta i cittadini di San Nicola, Caserta, San Marco Evangelista e Maddaloni per discutere dell’argomento, per frenare gli animi, per evitare scontri. «Stiamo però verificando la possibilità di ricorrere alla Corte costituzionale - spiega De Matteis - non lo dico io ma esperti del settore sostengono che nel decreto che non consente di manifestare davanti a una discarica, ci sarebbero elementi di incostituzionalità. Ricorrendo, passerebbero tre mesi e in questo periodo di tempo le cave saranno già aperte ed attive». Il comitato si è affidato all’avvocato Luigi Adinolfi nominato dal comune di San Nicola la Strada lo scorso aprile anche per la difesa dei diritti e interessi dei cittadini minacciati dalla paventata riapertura della discarica «lo Uttaro». «Adesso si riflette, il contraccolpo è forte», dicono quelli del comitato emergenza rifiuti, che si sono ripromessi di adoperarsi per promuovere la raccolta differenziata, oltre che fra la popolazione, anche per i grandi centri commerciali e le fabbriche. Per non ritrovarsi di nuovo in piena emergenza ambientale.

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