Scontri a Chiaiano, donna grave

La polizia carica: 84 anni, colta da malore. In ospedale un ragazzino per contusioni
24 maggio 2008 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Quando arriva la notizia ufficiale che Chiaiano sarà discarica, la gente del quartiere e i residenti di Marano e di altri comuni scendono in piazza. Da un lato il fronte del no - circa mille persone - e dall’altro le forze dell’ordine, due i campi di battaglia: alla rotonda Titanic contro polizia e finanza, al bivio per Mugnano contro i carabinieri. Cassonetti rovesciati, un bus sequestrato e poi dato alle fiamme, un muro umano in atteggiamento di resistenza passiva, il suono delle sirene che accompagna la pressione della polizia per superare il blocco, un petardo, colpi di manganello e lancio di bottiglie di plastica. Nove i feriti, sei agenti e tre manifestanti, secondo il bilancio della Questura. Tra questi una donna di 84 anni, Enrica Iovino, ricoverata al Cardarelli e un ragazzo di dodici anni finito al Santobono. Cinque manifestanti vengono trattenuti in Questura, altri cento si radunano in presidio davanti al palazzo di via Medina per protesta: tra questi altri due saranno fermati dalla polizia. Mentre infuria la guerriglia urbana il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, lancia un invito a deporre le armi: «Era prevedibile una reazione di questo tipo, la capisco. Ma faccio appello a tutti i cittadini perché è interesse di tutti porre fine a questa vera e propria tragedia nazionale». E precisa che non ci sarà militarizzazione delle discariche «perché sarebbe sbagliato, daremmo l’impressione di essere in uno stato d’assedio. L’ordine pubblico resta affidato alle forze di polizia, compito che hanno sempre svolto egregiamente, mentre ai militari spetterà il compito della vigilanza sui siti per evitare intrusioni o danneggiamenti». Ma non è semplice smorzare i toni mentre in periferia si sente ancora l’eco degli incidenti. Un inviato della Rai, Romolo Sticchi, denuncia di essere stato aggredito dagli uomini in divisa: «Un agente mi ha prima bastonato con il manganello, colpendomi alla nuca e al polso - racconta - e poi ha prelevato la mia telecamera». Secondo la versione della polizia, la telecamera sarebbe caduta. A difesa delle cave di Chiaiano circa mille persone. Non solo gente del quartiere ma anche residenti di Mugnano e Marano, sostenuti da sindaci e consiglieri, e rappresentanti dei comitati anti-discarica di Pianura, Bagnoli, Gianturco e Giugliano. Fino a tarda notte hanno tenuto un’assemblea. Alla chiamata a raccolta, via cellulare, hanno risposto uomini e donne, giovani e anziani, intellettuali e No global, professionisti e operai. L’azione è corale, la strategia calibrata su quella delle forze dell’ordine. Polizia e finanza a guardia della «Titanic», carabinieri schierati al bivio di Mugnano, su entrambi i fronti le due ali di manifestanti. Resistenza passiva contro gli agenti, con le donne sedute a terra e gli uomini in piedi alle loro spalle; manovre di reazione nei confronti dei militari. Dall’altra parte manganelli e tentativi di forzare il blocco premendo a più riprese contro il muro umano. Un autobus dell’Anm viene sequestrato e messo al centro della strada per bloccare le vie d’accesso. Altre barriere vengono costruite rovesciando cassonetti pieni di rifiuti e con i cocci di vetro tirati fuori dalle campane per la raccolta differenziata. Tensione e scontri per un’ora che sembra interminabile, mentre un elicottero sorveglia la scena dall’alto. Nell’estremo tentativo di difendere le loro postazioni i manifestanti danno fuoco al bus, ma mentre le fiamme divampano per un po’ le forze dell’ordine riescono a conquistare il campo. I protagonisti della rivolta fuggono in direzioni diverse, solo un piccolo gruppo resta a guardia dei loro gazebo. Nel quartiere torna una calma che ha il peso della tregua armata, mentre il braccio di ferro si sposta davanti alla Questura.

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