Clan e rifiuti, slitta il processo sul consorzio Ce4

Il gup rinvia l'udienza preliminare. Tra gli imputati il deputato di AN Landolfi e l'ex sindaco Conte
21 maggio 2008 - Biagio Salvati
Fonte: Il Mattino Caserta

Consorzio Rifiuti Ce4 Slitta a metà giugno l’udienza preliminare nata da un’inchiesta della Dda su un patto scellerato fra camorra e politica, garanti a vicenda per la loro stessa sopravvivenza, che si autoalimentava con il sostegno di operazioni legate al settore dei rifiuti. È lo scenario inquietante descritto dei magistrati antimafia che chiese l’arresto (rigettato dal gip) del sindaco di Mondragone Ugo Alfredo Conte, indagato insieme ad altre 47 persone tra cui l’ex ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, parlamentare di An. La vicenda attribuita a Landolfi riguarderebbe le dimissioni in «accordo» - secondo gli inquirenti – del consigliere Massimo Romano, dietro la promessa fatta a quest’ultimo di un’assunzione per la moglie ed il fratello poliziotto nella società Eco 4 dei fratelli Orsi. Per Landolfi e il sindaco Conte (e altre quattro) l’accusa ipotizzata è quella di concorso in corruzione e truffa aggravati dal favoreggiamento camorristico. Secondo la Dda (pm antimafia Alessandro Milita) l’accordo avrebbe consentito la truffa nella quale sarebbero stati istigatori sindaco e parlamentare, codeterminatore nell’atto. Ma l’inchiesta parla anche di mediazioni di «coperture» di referenti politici e intrecci finanziari con assunzioni che venivano disposte per mantenere in piedi l’interfaccia tra crimine, colletti bianchi, amministratori e camorra. Accuse che il parlamentare di An ha fermamente rigettato all’indomani del suo coinvolgimento, come d’altronde farà la difesa in aula. Nel novembre del 2007, Guardia di Finanza, Carabinieri e Squadra Mobile della Questura di Caserta eseguirono sei provvedimenti nei confronti di altrettante persone: Maria D’Agostino, ex consigliere comunale; Giuseppe Velente, ex presidente del Consorzio Ce 4 ed ex presidente di Eco 4, braccio operativo per diversi anni del Ce 4; Giuseppe Diana, imprenditore della Diana Gas (ai domiciliari); Mattia Sorrentino, ex vigile urbano e Aniello Pignataro. Destinatario dell’ordinanza anche il boss Antonio La Torre (attualmente in Scozia, anche lui fra i destinatari) per il quale si attende l’estradizione in Italia. Un ultimo provvedimento, un obbligo di firma, riguardò invece un ex poliziotto già in servizio a Formia, Agostino Romano, fratello dell’ex consigliere comunale Massimo Romano, al centro della vicenda con il ministro Landolfi.

Powered by PhPeace 2.6.4