Quei treni bloccati per la Germania: compare l'ombra della camorra

Stop agli appalti, strane telefonate: così i rifiuti non sono partiti

Vantaggiosa offerta di società svizzera non presa in considerazione
20 maggio 2008 - Carlo Bonini
Fonte: La Repubblica

Dicono alla sede del commissario straordinario che "i nuovi treni per la Germania partiranno ad horas". Perché "manca solo un'ultima autorizzazione al loro transito in Austria". E che "in questo modo, almeno il rischio sanitario sarà scongiurato". Tra la notte di sabato e la mattina di ieri, nel quinto mese dell'emergenza nell'emergenza, il Paese "scopre" dunque che, al netto delle discariche e di un inceneritore che (forse) verranno, nonché di un ciclo di smaltimento che semplicemente non esiste, Napoli, in questi ultimi otto anni, ha conosciuto un solo salvagente. I vagoni piombati destinati sino a ieri ai termovalorizzatori della Sassonia che hanno eliminato per sempre dal territorio campano 2 milioni di tonnellate di rifiuti.

Eppure, tra la metà di marzo e oggi, quei treni si sono prima diradati, quindi definitivamente fermati. Le 1.500 tonnellate al giorno di cui assicuravano lo smaltimento sono diventate la coperta da 60 mila tonnellate che, "improvvisamente", è tornata a soffocare la città. La "Ecolog", società del gruppo Ferrovie dello Stato, che assicurava in esclusiva il trasporto e conferimento della monnezza napoletana, è stata estromessa dal business con un tratto di penna. E i nuovi accordi firmati con i tedeschi prevedono ora un prezzo maggiore per tonnellata (circa 270 euro contro i 225 del passato) e un minore quantitativo massimo da smaltire in un anno (102 mila tonnellate).

Perché? La risposta che si raccoglie da fonti qualificate del commissario suona così. A metà del febbraio scorso - si dice - i tedeschi, "preoccupati che il trasporto oltre frontiera si sia di fatto trasformato in un regolare ciclo di smaltimento", informano De Gennaro di voler "rinegoziare" l'accordo che, sin lì, li ha legati alla "Ecolog". Manifestano la volontà - si aggiunge - di firmare nuovi contratti "direttamente" con il commissario, che abbattano i quantitativi di rifiuti da importare dalla Campania e allarghino ad altri lander il ventaglio delle destinazioni.

L'ambasciata italiana a Berlino prende contatti con la Camera di commercio di Francoforte e, il 27 marzo, il commissario delegato Maurizio Bruschi chiude i nuovi contratti con un'associazione di imprese (Returo) del nord Reno-Westfalia. Piccoli inceneritori per piccoli impianti che non potranno assicurare uno smaltimento superiore alle 10 mila tonnellate ciascuno. Il resto viene da sé. Le autorizzazioni alla "Ecolog" vengono revocate e il commissario stipula un nuovo accordo con un'altra società del gruppo Fs, la "Trenitalia cargo", disponibile al solo trasporto e del tutto nuova al business rifiuti. Nel frattempo, i treni sono fermi. Le autorizzazioni dalla Germania tardano. La nuova associazione di imprese tedesca pretende una fideiussione della Sace che la garantisca dall'eventuale insolvenza del commissario e una dichiarazione giurata che escluda che nei treni in arrivo si nascondano rifiuti tossici. Napoli affoga nella sua immondizia.

Messa così, colpa dei tedeschi, dunque. Della loro diffidenza o furbizia (dipende dai punti di vista). E tuttavia, un carteggio interno protocollato tra gli uffici del Commissario e la "Ecolog" racconta una storia che appare meno lineare. A cominciare dalla lettera con cui, il 18 marzo, il commissario delegato Bruschi comunica alla società delle Fs che il servizio con la Germania viene interrotto. Nel testo, non si fa nessun cenno alla volontà dei tedeschi di rinegoziare gli accordi. Al contrario, si fa un generico riferimento a un nuovo "piano di trasferimento dei rifiuti solidi urbani della Regione Campania concordato con le autorità tedesche". Quale piano? E negoziato da chi? E' un fatto che il 14 marzo, quattro giorni prima della revoca, la "Ecolog" abbia sottoposto al commissario un rinnovo degli accordi già esistenti con i tre colossi dello smaltimento tedesco (BKB, Remondis, i francesi di Veolia), i quali non solo hanno ribadito la loro disponibilità a smaltire fino a 600 mila tonnellate annue, ma hanno addirittura già avviato il rinnovo delle procedure di autorizzazione dei lander. Dunque, chi è esattamente che in Germania si è messo di traverso? E davvero qualcuno lo ha fatto?

C'è di più. Il 27 marzo, neppure dieci giorni dopo la disdetta del contratto con il commissario, Ecolog sottopone con una nuova lettera al commissario delegato Bruschi una soluzione alternativa (o persino aggiuntiva) alla Germania che si presenta economicamente ancor più vantaggiosa. "Una serie di impianti di termodistruzione in Svizzera hanno offerto la disponibilità a ricevere circa 60 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani non differenziati per un costo di 199 euro la tonnellata". "Le Autorità elvetiche - si legge ancora - hanno già assicurato il loro preventivo assenso alle richieste di autorizzazione". Il commissario non dà nessuna risposta. La Svizzera, per qualche motivo, non interessa.

A Roma, intanto, tra febbraio e aprile, nella sede di "Ecolog" arrivano curiose telefonate. Si fa viva la Camorra. A modo suo. Un fantomatico funzionario del commissario all'emergenza chiede con insistenza, ma senza successo, a che punto sia la rinegoziazione degli accordi con i tedeschi. Sul cellulare dell'amministratore delegato, Roberto Cetera, bussa con studiata cadenza una voce maschile che, ironicamente, chiede di "Pasquale". Come accaduto in passato, quando Cetera ha deposto dinanzi alla commissione parlamentare di inchiesta denunciando le infiltrazioni della camorra nel ciclo dei rifiuti. Quando ha rifiutato di lavorare con trasportatori messi a disposizione dal Comune di Pomigliano D'Arco. Quando ha denunciato alla magistratura di Orvieto le infiltrazioni nelle attività di smaltimento nella discarica delle "Crete".
Oggi, la Ecolog è fuori (vanta crediti verso il Commissario ancora per 83 milioni di euro). I vagoni di "Trenitalia cargo" cominciano a partire stasera. "Pasquale", da qualche settimana, ha smesso di farsi vivo.

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