Traffico di rifiuti speciali dall’Africa a Salerno Scatta il blitz nel porto

Sono stati scoperti e sequestrati ventunomila chili di materiali ferrosi erano destinati a Marcianise
Petronilla Carillo
Fonte: Il Mattino Salerno

Secondo quanto indicato nelle bolle di accompagnamento il container avrebbe dovuto contenere materie prime, rame e ottone. In realtà, carte e fatture erano state «ritoccate»: all’interno erano stati stipati rifiuti speciali destinati ad un impianto di lavorazione di Marcianise, l’Almet. Il viaggio del carico (oltre 21mila chili di materiali ferrosi e metallici) è però terminato al porto di Salerno. Grazie ad un lavoro di intelligence, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico e i militari della guardia di finanza (in collaborazione con il servizio di vigilanza antifrode della dogana e i tecnici dell’Arpac di Salerno) sono riusciti ad individuare il container sospetto e a porre fine ad un illecito traffico di rifiuti tra l’Africa e l’Italia. Il container, proveniente dal Benin, era transitato anche per la Tunisia prima di arrivare a Salerno. Di qui doveva poi essere trasferito nel casertano per la lavorazione dei rifiuti. All’interno, in parte custoditi in sacche di telo e in parte accumulati a terra, i militari hanno trovato merce per un valore complessivo di oltre centomila euro. Si tratta di tubi, rubinetti, catenacci, radiatori di autovetture, pezzi di bronzo ed ottone: rifiuti speciali, in pratica, importati in violazione delle leggi che prevedono regole severe per quanto riguarda il costo dei rifiuti e il trattamento degli stessi. L’amministratore della società importatrice è stato così denunciato per traffico illecito di rifiuti. Le indagini proseguono. Secondo i carabinieri del Noe, difatti, ci potrebbero essere altri container stazionati al porto e in attesa di essere trasferiti all’impianto casertano. Gli investigatori stanno anche cercando di capire quale sia il percorso di questi materiali e anche a quanto ammonta l’illecito guadagno. Quindi si sta verificando la pericolosità dei rifiuti sequestrati. I quali, per poter avere libero accesso in Italia, dovrebbero anche essere «denunciati» alle competenti autorità. Si cerca anche di risalire anche agli esportatori di questi materiali e di capire i rapporti commerciali esistenti con i paesi africani. Il sospetto è che una parte del carico possa essere stata messa sul container anche in Tunisia, quindi che non tutto sia stato imbarcato nel Benin. Ipotesi che, se confermata, farebbe supporre l’esistenza di una più vasta organizzazione dedita proprio allo smaltimento illegale dei rifiuti. E non è la prima volta che al porto avvengono sequestri di questo tipo. Complice anche la vicinanza delle principali arterie autostradali, Salerno è crocevia di illeciti traffici.

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