Rifiuti, l'Ue deferisce l'Italia

La Corte di giustizia del Lussemburgo accusa le autorità italiane di incapacità e inefficienza: «In Campania non è ancora cambiato niente»
7 maggio 2008 - Alberto d'Argenzio
Fonte: Il Manifesto
Bruxelles La decisione era nell'aria, un'aria peraltro mefitica. E difatti ieri, puntuale, è arrivato il deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia del Lussemburgo per la mancata soluzione del problema rifiuti in Campania. Il rinvio del Belpaese in Lussemburgo è arrivato giusto mentre a Napoli si riammucchiano tonnellate di immondizia, segno evidente dell'incapacità del governo locale, nazionale e del commissario a riportare la situazione ad una normalità che manca ormai da 14 anni. «Le montagne di immondizia abbandonata nelle strade campane - dice il commissario all'ambiente Stavros Dimas - sono un'illustrazione spettacolare della minaccia arrecata da una gestione inadeguata dei rifiuti sull'ambiente e sulla salute umana». Parallelamente è partita per Roma anche una lettera di inadempienza, questa volta sulla gestione dei rifiuti pericolosi nel Lazio. In questo caso l'Italia è già stata condannata nel 2007, ma non si è ancora messa a norma e ora rischia una multa salata.
Tornando in Campania, il passo di ieri della Commissione rappresenta solo l'ultima di una serie di delusioni. La prima lettera di messa in mora (l'inizio della procedura di infrazione) è datata infatti 27 giugno 2007, a questa è seguita poi una seconda missiva inviata a fine ottobre per chiedere ulteriori chiarimenti sia sulla gestione dei rifiuti che sugli effetti sulla salute pubblica e ambientale. La risposta del governo Prodi, inviata poco prima di Natale, non fugava alcun dubbio anche perché la crisi riesplodeva a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno. Il primo febbraio l'ultimo avvertimento di Bruxelles: l'Italia aveva 30 giorni lavorativi per rimettere le cose in ordine. Non è andata così e ieri è scattato il deferimento alla Corte di giustizia, un atto dovuto ed avallato dalla missione di inchiesta comunitaria recatasi in Campania per tastare con mano il degrado e l'incapacità del governo a porvi rimedio. «La Campania - si legge in una nota diffusa ieri dalla Commissione - è ancora lontana dall'aver messo in opera un sistema di gestione efficace che comprenda la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Oltretutto le autorità italiane non sono state nemmeno in grado di presentare un calendario preciso per la costruzione e messa in servizio di un centro di scarico, incenerimento e delle altre infrastrutture necessarie per rispondere ai problemi dei rifiuti nella regione».
Quanto all'opera del commissario Di Gennaro il giudizio non è certamente dei migliori, soprattutto per il prossimo futuro. «Alcuni progressi sono stati fatti - dice sempre la Commissione - ci sono progetti allo studio, ma non siamo convinti che il problema sarà risolto rapidamente. Alla fine del 2007 è stato adottato un nuovo piano di gestione dei rifiuti ma non risulta che quello precedente, vecchio di oltre un decennio sia mai stato correttamente attuato». Altre ragioni per proseguire fino alla Corte di giustizia. E se è vero che il deferimento potrebbe sfociare in una condanna e multe solo tra parecchi mesi, è pur vero che portare il dossier rifiuti fino in Lussemburgo è un avvertimento, e sta a dimostrare che la Commissione guarda con attenzione ai problemi di Napoli. Lo ha fatto durante la fallimentare gestione Bassolino-Pecoraro Scanio-Prodi e continuerà a farlo anche ora, con un nuovo premier, lo stesso che ha promesso soluzioni in tempi brevi.
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