Sito ecoballe, il pm sequestra Coda di Volpe

«Stop allo scempio ambientale». Indagato un tecnico
27 aprile 2008 - Emanuela Carrafiello
Fonte: Il Mattino Salerno

Eboli. Scattano i sigilli all'impianto di depurazione di Coda di Volpe dove De Gennaro avrebbe voluto impiantare il sito di stoccaggio delle ecoballe prodotte nei Cdr della Campania. Danno ambientale, scempio ad un’area protetta, soop ai lavori. Indagato un tecnico del concorzio di bacino Salerno 2 direttore dei lavori appena iniziati. I militari del Nucleo operativo ecologico di Salerno, a seguito di un'indagine coordinata con la Procura della Repubblica, hanno ieri mattina raggiunto l'impianto di foce Sele procedendo al sequestro. Ore 13,30, c'è fermento presso il presidio a Coda di Volpe, si vocifera di un possibile blitz da parte delle forze dell'ordine presso l'impianto di depurazione. I manifestanti, dopo un'ennesima notte in strada, sono in fibrillazione. Sono appena una decina, quando giunge la notizia di un provvedimento di sequestro dell'area, emesso dal Pm Angelo Frattini. La voce passa di bocca in bocca e sul posto cominciano ad accalcarsi i residenti di Santa Cecilia, che in questi giorni hanno portato avanti una delle poche proteste pacifiche viste fin qui sullo scacchiere regionale. In molti si accalcano lungo una strada interpoderale che conduce all'impianto, vogliono essere presenti all'arrivo delle forze dell'ordine. E così alle ore 14,45 l'auto blu del comandante Giuseppe Recchimuzzi varca i cancelli, seguito dai militari del Noe. Al suo passaggio applausi e sorrisi, la folla dei manifestanti accoglie con un boato di gioia l'arrivo della squadra. Passano pochi minuti e i primi mezzi della ditta Perone Costruzioni, impegnati nell'ultimazione dei lavori di ammodernamento della vasca, lasciano il sito, il comando dei Carabinieri per la tutela ambientale è sul posto per apporre i sigilli e sequestrare l'area. Sui cancelli viene affisso il "Decreto di sequestro preventivo d'urgenza" emesso ieri mattina dal pm Frattini e notificato a Maurizio Buccella, dipendente del Consorzio di bacino Sa2 e direttore tecnico dei lavori. Lui è indagato per i reati di sbancamento, livellamento e spianamento di terreno sottoposto a vincolo paesaggistico, previa distruzione della macchia mediterranea, senza essere in possesso di autorizzazione (art. 151 D.L.vo.) e di alterazione dei luoghi sottoposti alla speciale protezione dell'autorità (art. 734 C.P.). Il provvedimento notificato ieri mattina, dunque, darebbe ragione a quanti in questi undici giorni di presidio permanente hanno sottolineato l'inidoneità del sito posto a 500 metri dalle sponde del fiume Sele e 700 metri dal mare, nel cuore dell'agro di Eboli. L'azione condotta dal Noe nasce da un meticoloso lavoro condotto dalla Procura di Salerno su richiesta e denuncia del comitato di quartiere di Santa Cecilia, promotore dell'azione giudiziaria. Ma da oggi ad Eboli si apre un nuovo scenario: la possibilità di ritrovarsi le ruspe del Commissariato alle porte della città. Nell'ultimo incontro avuto con i vertici della struttura commissariale è, infatti, ferma la volontà di utilizzare le cave presenti, ovvero Grataglie e Maiorano, quest'ultima requisita la scorsa settimana.

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