Tecnologia a emissioni zero e l'interesse del Fondo del Dubai

Studio dell’Ansaldo per smaltire le ecoballe. Nel Casertano coltivazioni anti-diossina

18 aprile 2008 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI – Due ipotesi sperimentali per avvicinarsi all’exit strategy dell’emergenza rifiuti: le 5 milioni di balle prodotte dagli impianti di Cdr non a norma e stoccate nei siti campani potrebbero essere facilmente smaltite grazie a una nuova tecnologia messa a punto da Ansaldo Caldaie a Gioia del Colle che prevede una combustione senza fiamma e ad emissioni zero. L’altra ipotesi è ancora più suggestiva: il Fondo del Dubai potrebbe decidere di coltivare canna comune per ricavare biogas in alcune aree del Casertano, in modo da sperimentare una combinazione di produzione di biogas e bonifica dei terreni dalla diossina, grazie al fatto che in presenza di sostanza organica sarebbe stato scientificamente provato che si amcchisce l’attività microbiologica del suolo, fino a scardinare la resistente mo-lecola della sostanza contaminante.
È quanto ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini in conferenza stampa durante la presentazione del nuovo piano di smaltimento. Al progetto anti-diossina lavorano Ministero della Salute, assessorato all’Ambiente della Regione Campania, Istituto zooprofilattico di Portici e istituti di ricerca italiani ed esteri.
«Ci sono evidenze in base alle quali la diossina, molecola complessa – ha sottolineato Ganapini – in terreni poco contaminai quindi non ad Acerra, può essere contrastata. Portando sostanze organiche si riattiva e si arricchisce l’attività microbiologica dei suoli. Acerra ha bisogno di bonifiche profonde, ma nel Casertano il terreno è meno contaminato. Il Fondo del Dubai ci ha richiesto 3 mila ettari per piantare la canna comune, l’arundo donax, per produrre biogas. In prospettiva potrebbe capitare e credo non sia da escludere che l’organico che recuperiamo negli impianti di Cdr si usi su quei terreni, impiantando canne. I microrganismi della sostanza organica, cambiandosi con la rizosfera (l’area di canotto tra il suolo e le radici, ndr) delle canne, favoriscono la decomposizione dei primi legami della diossina. E c’è persino l’idea di tenere in vita bufale contaminate per usarle come indicatore biologico».
Sul fronte dello smaltimento delle balle di talquale accumulate, invece, «stiamo analizzando alternative tecnologiche – ha aggiunto l’assessore – legate a una innovazione italiana in un settore avanzatissimo della termochimica e della termomeccanica nella quale è coinvolto il Cnr partenopeo. Sono in corso prove ed entro fine an-no potremmo avere una soluzione e non le “sole”, come dicono a Roma, e le proposte stravaganti finora arrivate». In particolare, l’assessore ha spiegato che «il Cnr di Napoli e l’Enea hanno messo a punto con Ansaldo Caldaie a Gioia del Colle una tecnologia che Enel sta già utilizzando in parte per il carbone pulito. Una combustione senza fiamma e ad emissioni zero da usare anche con i peggiori composti. Darà al nostro paese 5-10 anni di primato competitivo rispetto il resto d’Europa».

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