Piano Rifiuti: la Regione sfida Berlusconi

Ganapini: niente miracoli. E critica i precedenti commissari: non hanno capito nulla. Russo (Pdl): sembra il Gabibbo
18 aprile 2008 - Chiara Graziani
Fonte: Il Mattino

«Entriamo in un’era nuova». Antonio Bassolino, se non dà esplicito altolà al futuro sottosegretario ai rifiuti, all’uomo (o alla donna) di Palazzo reale che si appresta a diventare sede della diarchia dei rifiuti campani ai tempi del Berlusconi 3, di certo manda un chiarissimo telegramma: la Regione è pronta alla stagione della normalità, a partire dalla fine del mandato del commissario Gianni De Gennaro; e rivendica «la responsabilità di tracciare il percorso» per rimettere a cavallo la Campania. Percorso che, dice il governatore, sta nella legge regionale in vigore dal 28 aprile e nel piano dell’assessore Walter Ganapini: un nome, quello di Ganapini, che parla da sè, sostiene Bassolino.
I due piani a confronto L’esperto, l’ambientalista di fama, il super partes che sa dove mettere le mani negli impianti - ed è andato a ficcarcele - per Bassolino, è garanzia che non c’è bisogno di altri strateghi o di re taumaturghi. «Collaborazione - dice - sempre e al massimo, cabine di regia e coordinamento con il governo anche. Siamo pronti, prontissimi». Ma ognuno al posto suo. «Nostra - dice - è la responsabilità e per questo non ho lasciato». Gli farà eco il sindaco di Napoli: Rosa Iervolino dice che l’aiuto di Berlusconi sarà gradito e ben accetto «ma ci auguriamo - dirà - che i piani siano studiati in collaborazione, non in concorrenza». Il piano, discusso l’altro ieri in giunta dove tornerà il 28, viene illustrato alla stampa da Ganapini. Pannello di carta e pennarello, spiega «con i numeri» lo scenario. E premette: «Sfido chiunque, in qualunque sede, a dimostrarmi che questi non sono i numeri giusti. Se qualcuno si illude di trattare i rifiuti con i miracoli o con la bacchetta magica farà bene a scordarselo. E a ricordare, invece, che dobbiamo seguire il faro dell’Unione Europea». Riferimento, non casuale, alla sanzione appena inflitta all’Italia proprio perchè negligente nell’abbandonare il modello discarica. Come dire: se il governo vede nel futuro grandi discariche sappia che già siamo condannati per questo. La via di Ganapini passa, invece, per «lo scheletro d’oro» dei sette impianti di Cdr da riportare al loro mestiere di «selezionatori di rifiuti». Mai più, dice, «le orride ecoballe» che, aggiungerà poi, erano evidentemente un investimento «per chi guadagnava a produrle in quantità». Sette Cdr («mandati in tilt per imperizia»), trenta impianti di compostaggio, due termovalorizzatori, le cementerie private, un probabile gassificatore, l’uso delle sostanze organiche recuperate per «disintossicare» la terra dalla diossina, differenziata, riciclaggio, impianto di Acerra depotenziato (ed il comune di Acerra sarà anche pubblicamente elogiato per il suo piano-differenziata). Il grande pozzo regionale dei rifiuti, sei milione di tonnellate, è un miracolo scorretto, sostiene Ganapini. Peggio, è un’infrazione. Scatenato, l’assessore se la prende con le precedenti gestioni commissariali. Fatto salvo De Gennaro, dice che altri, da Catenacci in qua, «non avevano capito nulla», pur avendo relazioni tecniche sui Cdr che occorreva saper leggere. Ganapini ha in queste ore un alter ego, l’ex presidente della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Paolo Russo, Forza Italia. La sua è senz’altro una risposta significativa della linea del futuro governo nonchè della cabina di regia romana dell’emergenza: «Ganapini, con il rispetto e la stima per l’ex presidente di Greenpeace, mi pare il Gabibbo che va a lamentarsi sugli impianti che la Regione non ha saputo fare e contraddice a riguardo le tesi della Procura. Il suo è un approccio ideologico, fondamentalista. Non si può ragionare di rifiuti zero in uno scenario di emergenza: ci occorrono sei milioni di tonnellate di discarica per avere il respiro di tre anni, necessari a fare gli impianti. Dimezzare Acerra? È follia. E poi cosa ha presentato la Regione? Un libro dei sogni? Se Bassolino ha forza ed autorevolezza vada a farselo approvare in consiglio regionale». E la sfida è rilanciata. Le acque in consiglio non sono le migliori.

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