Pecoraro firma il decreto per Pianura. Intanto i verdi si dividono su Napoli

11 aprile 2008 - Angelo Agrippa
Fonte: Coroere del Mezzogiorno

A seguito della richiesta avanzata dalla Regione Campania lo scorso 27 febbraio, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha firmato il decreto con il quale Pianura diventa sito di bonifica di interesse nazionale. Il decreto permette interventi di bonifica e ripristino ambientale. In particolare, sarà consentito di sottoporre più facilmente l'area ad interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza di emergenza, bonifica, ripristino ambientale e monitoraggio. L'iniziativa del ministero dell'Ambiente è arrivata in concomitanza con la condanna dell'Italia da parte della Corte di Giustizia europea del Lussemburgo.
Oltre ad aver recepito con un ritardo di circa due anni la direttiva comunitaria (dal 16 luglio 2001 al 27 marzo 2003), il nostro paese ha infatti risposto col decreto legislativo 36/03 in cui si prevede solo che le regioni elaborino e approvino «un programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili presenti nelle discariche». Viceversa, la direttiva Uè impone di intervenire concretamente con una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti, stabilire regole sui costi dello smaltimento, prevedere la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottoporre quelle preesistenti a misure particolari. Ma in particolare per la Campania si attende l'esito dell'esame sulla risposta inviata dal Commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania lo scorso 4 marzo al parere motivato sulla procedura d'infrazione avviata proprio al seguito della crisi allarmante della spazzatura.
Ma soprattutto, quanto è accaduto ieri tra Bruxelles e Roma è passato anche per Napoli, dove in un albergo di via Galileo Ferraris la Sinistra l'Arcobaleno ha organizzato una manifestazione elettorale alla presenza, tra gli altri, dei due consiglieri regionali dei Verdi aderenti alla Costituente ecologista campana, Michele Ragosta e Stefano Buono; del capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Gennaro Migliore; e del presidente regionale dei Verdi, Tommaso Pellegrino. In verità, l'importanza della manifestazione era intrinsecamente rappresentata dall'organizzazione dell'evento: la prima iniziativa pubblica promossa da quell'ala del dissenso interna ai Verdi campani che ha sottoscritto un durissimo documento di denuncia contro l'attuale classe dirigente del partito. «Non so — ha commentato Michele Ragosta — se vi sia stato un tentativo di boicottaggio da parte di un'altra ala del partito alla manifestazione che abbiamo organizzato. Ma credo che il successo della nostra iniziativa sia indiscutibile, per folla di partecipanti e per interesse suscitato. Insomma, nulla di paragonabile con la manifestazione elettorale organizzata all'Augusteo qualche giorno fa dal presidente Di Palma e dall'assessore Borrelli». li Riformista, ieri, in un articolo di retroscena ha ipotizzato «un paio di anni sabbatici» per Pecoraro Scanio, che dopo il voto vorrebbe lasciare la guida nazionale dei Verdi al capogruppo alla Camera, Angelo Bonelli, in attesa, poi, di ritornare in sella. «La nostra battaglia — aggiunge Ragosta — è quella che converge su un obiettivo condiviso anche da altri compagni della sinistra: evitare la federazione e procedere allo scioglimento dei Verdi per varare definitivamente la Sinistra l'Arcobaleno. E con questo percorso trovo difficile che Pecoraro Scanio possa tornare in sella dopo due anni. Alla guida della Sinistra lì'Arcobaleno».

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