Mozzarella: veleni record in un allevamento

Livelli di diossina 10 volte superiori. Gli esperti vicini alla fonte, mais contaminato da copertoni bruciati
4 aprile 2008 - Paola Perez
Fonte: Il Mattino

L’epicentro dell’allarme tra San Cipriano e Villa Literno Già 108 i campioni prelevati analisi in Italia e in Europa Un quantitativo di diossina molto più alto di quelli finora riscontrati (30 picogrammi, a fronte di un limite fissato a 3). Veleno presente in un solo campione prelevato nella seconda tornata di analisi presso uno degli allevamenti sotto sequestro. Un indizio che potrebbe portare all’origine della contaminazione che ha messo in ginocchio la mozzarella di bufala. Secondo gli esperti, infatti, il picco improvviso di sostanza tossica si spiega soltanto in un modo: la stalla dove è stato rilevato si trova nell’epicentro dell’area di crisi. Il territorio è quello dell’Asl Caserta 2; i comuni interessati, quelli dell’area San Cipriano d’Aversa-Villa Literno; l’evento che avrebbe «avvelenato» il latte di alcune bufale (che ora rischiano anche di essere abbattute), il consumo di mais raccolto in una zona dove abitualmente si dà fuoco a cumuli di pneumatici.
«Abbiamo già prelevato campioni di cereale per verificare se il nostro sospetto è giusto - spiega Pasquale Campanile Castaldo, responsabile del dipartimento prevenzione Asl Ce2 - accanto ai campi coltivati, purtroppo, capita spesso che vengano incendiate mini-discariche di copertoni». Ma chi scarica questo materiale? E chi dovrebbe impedirlo? «Chi scarica non saprei dirlo, però sta succedendo da tre o quattro mesi. Chi dovrebbe intervenire sono le forze dell’ordine e le amministrazioni comunali. Non so quante volte abbiamo segnalato l’emergenza e chiamato i vigili del fuoco per evitare che i fumi provocassero danni all’ambiente. Però noi siamo sanitari, più di tanto non possiamo fare». Nel frattempo vanno avanti i controlli a tappeto ordinati dal ministero della Salute per far fronte alle richieste di garanzia da parte della commissione europea. Lo screening, partito non a caso dal territorio dell’Asl Caserta 2 e battezzato dai veterinari «Gold milk», va avanti a passo veloce: 108 i campioni di latte già inviati all’Istituto zooprofilattico di Portici, per questa mattina la mappatura sarà totale e si procederà alla spedizione presso uno dei laboratori d’analisi indicati dalla Ue. Da quel momento occorreranno al massimo dieci giorni per avere un responso. Il semaforo verde consentirà ai caseifici e agli allevamenti in fase di stallo di riprendere a pieno regime l’attività. Con le cisterne di latte sotto sequestro cautelare, infatti, la mozzarella non si può produrre né commercializzare: alcuni stabilimenti sono riusciti a procurarsi rifornimenti da aree diverse, altri hanno chiuso i battenti aspettando il via libera. Il clima nella categoria resta teso, ma una ventata d’ottimismo arriva con l’annuncio che mercoledì si riunirà a Roma il tavolo tecnico per quantificare il risarcimento alle imprese bloccate dai test per l’Europa. E per quell’occasione l’assessore regionale all’agricoltura, Andrea Cozzolino, presenterà la stima dei danni calcolata giorno per giorno, fino all’ultimo centesimo e fino all’ultima goccia di latte sprecato. Mentre da Verona, dove è in corso il salone «Vinitaly», il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro lancia una frecciatina contro la campagna pubblicitaria per la «Colossella», mozzarella al di sopra di ogni sospetto perché lavorata con latte di bufala non campana: «Tutto il prodotto italiano è buono, ma ho visto che nel Lazio qualcuno ha voluto sottolineare la bontà del prodotto locale».

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