"Diossina in metà del latte controllato"

31 marzo 2008 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

Metà di quel latte è da vietare, contiene diossina, «anche se in concentrazione contenuta». Via libera, invece, per l´altra metà dei campioni di latte di bufala sottoposti agli accertamenti dei laboratori di zooprofilassi. Una buona notizia per questi ultimi allevamenti, che - una volta formalizzate le procedure - potranno nuovamente lavorare per la filiera e partecipare alla produzione della "lacerata" mozzarella campana.
Eccoli i risultati dei test intorno ai quali sono montati la psicosi da contaminazione, l´attesa degli osservatori stranieri e persino interrogativi e divieti (come quello ancora in vigore in Cina) avanzati dai mercati esteri. Domande che ora incassano un verdetto in chiaroscuro, destino di tanti mali di Napoli. Intanto a Roma si apre domani il tavolo di confronto e "collaborazione istituzionale" tra i ministri delle Politiche agricole e della Salute, Paolo De Castro e Livia Turco, gli allevatori della Campania e le associazioni dei produttori di latte di bufala e formaggi derivati. Un vertice indispensabile a pianificare il cartello di «interventi di vigilanza e di controllo a tappeto» che rappresentano - come sottolinea Silvio Borrello, direttore generale per la Sicurezza alimentare del ministero della Salute - «il passaggio fondamentale del patto di cooperazione e trasparenza con la commissione europea, che ha evitato il blocco».
Questi ultimi test, eseguiti dai tecnici e veterinari delle Asl campane, e coordinati direttamente da Roma, dovrebbero partire tra 48 ore. Mentre, su distinti binari, continuano le indagini della Procura di Napoli. I magistrati hanno affidato nuovi ordini di acquisizioni e prelievi ai carabinieri del Noe e del Nas. Ma, tre settimane dopo l´esplosione della crisi che investe "l´oro bianco" campano, l´attenzione si concentra però intorno al responso delle analisi avviate sugli 83 campioni di latte di bufala, tutti affidati al vaglio degli Istituti zooprofilattici di Brescia, di Teramo e dell´Istituto superiore della Sanità. Si tratta di prelievi che erano stati eseguiti dal Servizio veterinario regionale della Campania, diretto dal dottor Paolo Sarnelli, e che già restringevano i controlli a quegli allevamenti e caseifici individuati come aziende da monitorare (in base a rituali sforamenti da diossina: ora più netti, o più controversi). Su quegli 83 test, i laboratori ora emettono un giudizio che si presta ad una doppia lettura: in 36-40 casi, è confermato il superamento dei limiti di diossina, ma confermando quasi per tutti gli stessi modesti innalzamenti della concentrazione di sostanza; negli altri 47-43 esami, il latte si è rivelato a norma, perfettamente in grado di tornare sul mercato. Un riscontro che dovrebbe portare presto al dissequestro di quelle aziende.
A confermare l´indiscrezione, è lo stesso direttore generale per la Sicurezza alimentare del ministero, Borrello. «In considerazione dei vari dati elaborati, possiamo ritenere che poco più della metà di quelle 83 aziende cautelativamente "isolate" potranno ricominciare a lavorare». Un quadro che, a parere dello stesso Borrello, «conferma l´esigenza di una costante attenzione; ma non giustifica assolutamente il terrorismo alimentare». Diossina ce n´è. Ma poca.
E per placare interrogativi e dubbi che tornano ad agitare i mercati esteri, spingendo la commissione europea alla richiesta di chiarimenti, domani a Roma comincia il lavoro del tavolo tecnico sugli interventi messi in cantiere dal Ministero della Salute in cooperazione con l´Ue. Spiegano al Ministero: «Partirà un maxicontrollo su tutti i 1300 allevamenti e i 400 caseifici della regione». Ma come si coniuga l´esigenza della trasparenza con i tempi della produzione e le esigenze di mercato della filiera mozzarella campana? «Proprio per questo - è la risposta - abbiamo bisogno della collaborazione degli allevatori e dei produttori di formaggi. Stiamo studiando un calendario di esami denso, con laboratori che possano lavorare per noi giorno e notte». Sono stati coinvolti anche alcuni Istitituti zooprofilattici europei: per venire incontro al superlavoro che ormai da settimane assorbe i tecnici degli Istituti di Teramo, Brescia e Roma.

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