Maraia: stop all’ingresso di materiali combusti. Mariantoni garantisce il rispetto della normativa

Pustarza, riaprono i cancelli e le polemiche

A Savignano riprendono i conferimenti di rifiuti ma scattano le contestazioni sulle ecoballe alla diossina
8 settembre 2009 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Savignano Irpino. Cancelli aperti alla discarica di Pustarza. Dopo i lavori di messa in sicurezza della terza vasca e di adeguamento dell’impianto per la cattura del biogas e la raccolta del percolato, è cominciato il via vai di compattatori carichi di rifiuti solidi urbani provenienti dal Consorzio bacino Av2 e di rifiuti combusti provenienti dal sito provvisorio di stoccaggio di Coda di Volpe di Eboli. In realtà da quest’ultimo sito ieri sono arrivati a Pustarza solo pochi mezzi, anche se l’ordinanza firmata dal Capo della Missione Tecnica Operativa del Consiglio dei Ministri, Generale Sandro Mariantoni (nella foto), faceva riferimento alla possibilità di sversare fino a duecento tonnellate al giorno di rifiuti bruciati. È la precaria situazione delle strade di accesso all’impianto di Savignano Irpino ad aver consigliato alla struttura che fa capo al Sottosegretario Bertolaso a modificare, per il momento, l’attività di conferimento. Quando tra sette giorni sarà asfaltata la strada di Ciccotonno e messa in sicurezza la provinciale 10, è scontato che allo sversatoio di Savignano arriveranno più mezzi. In pratica per sversare fino a 500-600 tonnellate al giorno. Intanto l’arrivo in discarica di rifiuti combusti ha inevitabilmente messo in agitazione le associazioni ambientalistiche del territorio. Olimpia Roberto, consigliere comunale di minoranza e componente del comitato antidiscarica, si è rivolta al sindaco Ciasullo per «conoscere le ragioni per le quali a Pustarza vengono conferiti rifiuti bruciati, che potrebbero contenere diossina». Ma non solo. «Al sindaco chiediamo - ribatte - di mettere a disposizione le analisi eseguite in discarica. Abbiamo il diritto di verificarle e confrontarle con quelle effettuate da altri tecnici». Giovanni Maraia, presidente dell'Associazione «Ariano in Movimento», ha inviato, invece, una lettera alla Procura della Repubblica di Ariano Irpino, all’Arpac e al sindaco di Savignano con l’invito a far sospendere il conferimento dei rifiuti combusti. «Non si può immaginare - sostiene Maraia - che ci si possa trovare di fronte a rifiuti assimilabili ad un’unica categoria. I rifiuti bruciati sono tossici e pericolosi. Ci potrebbe essere un conferimento illecito a Pustarza». Non sono dello stesso parere alla Missione Tecnica Operativa. «I rifiuti combusti rientrano - sostiene il Generale Mariantoni - nel codice CER 19.12.12. e possono essere sversati in una discarica come quella di Pustarza. Ogni operazione di conferimento viene svolta nel rispetto delle leggi. Basta considerare che Pustarza è stata chiusa per un mese e riaperta solo dopo gli adeguamenti prescritti dall’Arpac e dai nostri tecnici. Il nostro obiettivo primario rimane quello della salvaguardia della salute pubblica». A questo principio si richiama anche il sindaco di Savignano, Oreste Ciasullo, quando sostiene che «sarà fatto il possibile per chiarire la situazione ed evitare inutili allarmismi». «Lo abbiamo dimostrato - precisa il primo cittadino - proprio quando c’è stato un parziale crollo della terza vasca. Siamo stati noi a pretendere determinati provvedimenti. Alla Biogem, tra l’altro, abbiamo affidato il compito di monitorare il territorio e l’ambiente». A disagi che si ripresentano puntualmente, nonostante gli impegni assunti dai politici locali, fanno riferimento, infine, i residenti di Difesa Grande e di Tesoro. «Non ci voleva un cartomante - sostiene Maria Paglialonga - per intuire che ancora una volta il transito dei tir carichi di veleni sarebbe stato dirottato sulle strade di Ariano Irpino. Non ci sono istituzioni che ci difendono. Si parla di situazione temporanea, ma, a ben vedere, da anni dura questa temporaneità, ora a causa del dissesto di Cittoconno, ora per la frana di Montaguto e, infine, per le buche delle altre strade provinciali».

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