La terra bruciata e le bonifiche fantasma

11 marzo 2008 - Norma Rangeri
Fonte: Il Manifesto

Le immagini delle pecore moribonde, lasciate agonizzare nei prati, non si possono guardare. Ma sono le più eloquenti per descrivere cosa è stato fatto in quattordici anni per bonificare dalla diossina la provincia tra Napoli e Caserta: nulla.Lo dimostra l'inchiesta di Report, firmata da Bernardo Iovene per il settimanale di Milena Gabanelli (Raitre, domenica), in onda fino a giugno.
L'emergenza rifiuti non è più sulle prime pagine, nei tg è notizia di routine. Iovene indaga sul grande affare delle bonifiche, mostra i cumuli di polvere mortale lasciati al vento, senza alcun riparo, nemmeno un telo, liberi di spargersi come un letale concime sopra le coltivazioni di fragole e meloni. Intervista i titolari di una ditta accusati di aver rovesciato sugli orti e nei canali, centinaia di tonnellate di rifiuti tossici, anche delle altre regioni italiane. Percorre le strade provinciali dove incontra i moderni untori, gente che sopravvive bruciando la plastica (diossina) per ricavare il rame. Parla con i contadini che non sanno (o fingono di non sapere) che a pochi metri dalle loro coltivazioni, c'è una collina nera di fanghi industriali. E quando qualche funzionario pubblico (è il caso di un vigile urbano di un comune della zona) fa il suo dovere, cioè va in giro a denunciare chi irriga i campi con le acque dei pozzi avvelenati, viene promosso ad altro incarico.
Con la piccola telecamera incollata alla mano, Iovine fa il giro delle sette chiese: politici, amministratori, tecnici, imprenditori: molte persone e non una che si prenda una parte di responsabilità sul nulla di fatto. Alcuni degli intervistati, come il presidente della Recam (addetta alla pulizia dei canali), nel frattempo si sono dimessi dall'incarico. Ma succede anche che la stessa azienda (la Iacorossi), famosa per aver assunto centinaia di lavoratori (800 mila euro al mese per non lavorare), venga scelta per un nuovo appalto per lo smaltimento dei rifiuti. Gli operai hanno girato filmini per dimostrare le occupazioni principali: prendere il sole, giocare a carte.
La provincia di Caserta è la discarica d'Italia, ci vorrebbero 100 finanziarie dello stato per bonificarla, e non basterebbero. Ma se Iovine va dal funzionario del ministero della sanità, quello gli risponde che le indagini a campione non hanno rilevato livelli di emergenza.
Responsabile delle bonifiche è il commissario Bassolino, che ha nominato un sub-commissario, che, a sua volta, rinvia ad altri. Ad alcuni medici della zona viene da piangere, il magistrato denuncia («non si è bonificato niente), e la Campania felix dei romani resta terra bruciata.

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