Ecco gli impianti di compostaggio, fermi in Piemonte.

Le autorità di Ginevra dicono di no ai rifiuti campani: Non siamo certi della loro natura"
12 marzo 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Hanno vinto una gara di appalto bandita dal Commissariato per i rifiuti, realizzato gli impianti di compostaggio, ma non sono stati pagati. Alcuni di quegli impianti sono ancora impacchettati, altri, che pure hanno funzionato per qualche tempo, sono ora chiusi. Soldi perduti, per chi li ha prodotti; tempo sprecato, per la Campania, dove gli stabilimenti di compostaggio per trasformare il rifiuto umido in compost o fertilizzante servirebbero come il pane. Protagoniste della vicenda, ricordata ieri dall'assessore regionale all'Ambiente Walter Ganapini al Corriere del Mezzogiorno, due aziende piemontesi.
La ricostruzione
La prima è guidata da Gianfrancesco Galanzino: «Era il novembre 2000 — ricorda — quando il Commissariato di Governo emanò un bando per la fornitura di 4 impianti, con una capacità di trattamento di onnellate annue di rifiuto umido. Mi aggiudicai la gara, che prevedeva un importo di 2 milioni 757 mila euro, ad aprile 2001. L'8 agosto di quell'anno gli impianti erano pronti e vennero qui in Piemonte alcuni funzionari del Commissariato per il collaudo. Tutto a posto. Avrebbero dovuto comunicarci poi dove spedirli. Non lo hanno mai fatto e i macchinari sono ancora qui da noi, in azienda, impacchettati ed inutilizzati. Ci hanno pagato solo 1 milione 930 mila euro e per questo abbiamo citato lo Stato in giudizio. I giudici ci hanno dato ragione, ma non abbiamo mai potuto riscuotere quel che ci spettava. Giacché i beni del Commissariato non sono soggetti a pignoramento ». Insomma, un bagno economico. «Ora se mi chiedono un preventivo dalla Campania, rispondo che non trattiamo con quella regione».Ganapini punta ad una transazione che consenta di utilizzare i 4 impianti di compostaggio. Vicenda analoga quella di un'altra azienda piemontese che nel 2000 si aggiudicò il bando di gara per la fornitura di 3 stabilimenti per produrre compost. Importo della gara: 4 milioni di euro. Saldati solo in parte. Gli impianti sono stati spediti e montati a Teora, a Polla, a Caivano. Nessuno di essi attualmente è in funzione. I primi due, recita il piano Pansa, sono «attivi ma saturi». Quello di Caivano è stato impropriamente utilizzato come discarica di ecoballe che di eco non hanno nulla.
Il no di Ginevra
Infine, se a Napoli restano a terra 3 mila tonnellate di rifiuti, l'ultima cattiva notizia arriva da Ginevra, dove le autorità hanno deciso di vietare l'incenerimento della spazzatura campana. «È una decisione politica — ha detto il presidente del governo cantonale Laurent Moutinot — motivata dalle eccessive incertezze sulla natura stesa dei rifiuti e troppo vaghe sarebbero anche le informazioni sugli intermediari con i quali la società Sig sarebbe in contatto».

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