«Ho trovato 120 milioni mai spesi e 12 impianti imballati»

L'assessore Ganapini racconta la sua inchiesta personale sui rifiuti: «In questi anni nessuno ha capito nulla, sono circolate cifre imprecise»
11 marzo 2008 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Assessore, ha visto Report?
«Certo, come avrei potuto non vederla. E hanno detto poco».

Davvero?
«Beh, l'istituto zooprofilattico di Portici sta monitorando alcuni siti nel famoso triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano, nel 15 per cento dei campioni c'è presenza di diossina. Telefonate al rettore dell'Università di Siena, il professor Focardi, chiedetegli com'è la situazione del pescato in tutto il Mediterraneo».

Ho paura di chiederglielo.
«I limiti sono stati superati ».

Qual è la principale emergenza ambientale italiana?
«Italiana e mondiale la Pianura padana. Poi non sono pazzo, non direi mai Campania felix. Ci si deve rendere conto che in questi ultimi sette anni col cambiamento climatico le condizioni sono andate a peggiorare. Abbiamo disarmato il Paese sul piano della conoscenza dei fenomeni. Nel 1997 feci per il ministero dell'Ambiente i piani di depurazione e già allora avevamo allertato le istituzioni sulla situazione dei Regi lagni».

Un quadro allarmante e un'unica certezza, non è stato fatto nulla. Lei cosa sta facendo?
«In realtà vivo in simbiosi con De Gennaro e Sottile per l'emergenza rifiuti. Mi piacerebbe molto poter occuparmi di acque. Guardo con angoscia a quest'estate e al litorale domizio- flegreo dove ci sono impianti di depurazione che non funzionano. Vorrei saper di più di parchi. Quanto alle bonifiche mi sto facendo un quadro generale anche dal punto di vista normativo-istituzionale. E una delle prime cose che farò è mettere mano all'Arpac».
Ma dopo la trasmissione di domenica non può girarsi dall'altra parte. Ha visto

il sito di Acerra adiacente il termovalorizzatore e la Montefibre? Ha visto le pecore morte o deformi?
«Certo che le ho viste. Tutta quell'area va perimetrata e va proibita da subito ogni attività agricola, per poter campionare i suoli e capire quanta diossina c'è».

Intervistare l'assessore regionale all'Ambiente, Walter Ganapini è un'impresa non da poco. Primo: fa voli pindarici con gran facilità. Secondo: è un asceta ecologista che tira delle vere e proprie bombe tipo questa. «Sono peggio di San Tommaso, devo mettere il naso, devo vedere con i miei occhi, perché ci sono cose indecenti ».

Tipo?
«Che ci sono migliaia di lavoratori che non fanno niente. Ma ci sono anche situazioni come quelle del consorzio Napoli 3 che funzionano, dove ci sono 230 lavoratori per un bacino di 150 mila abitanti. E poi...»

E poi?
«Sono andato con il commissario del Napoli 3, il prefetto Forleo, a Tufino per capire perché l'impianto non è in funzione: interrogando a caso dei tecnici del commissariato sull'impianto mi hanno dato risposte variabili. Al che mi sono insospettito».

Cosa significa risposte variabili?
«Che mi hanno detto che c'erano dalle 10 mila alle 80 mila tonnellate stipate in quell'impianto».

E allora c'è andato, cosa ha scoperto?
«Sono rimasto di stucco perché l'impianto di Tufino è intonso, pulitissimo, in una fossa al massimo ci sono 5 tonnellate. È perfetto e pronto: allora perché è fermo? Io domani mi vado a vedere gli altri, perché non credo ai numeri che circolano. Nessuno ha la fotografia vera di quello che è successo».

E cosa è successo?
«Che è mancato chi capiva di rifiuti. Se si danno letteralmente i numeri, il commissario De Gennaro come può operare? Non può farlo, è chiaro».
Alla fine dell'intervista ci si rende conto che non lo si può catalogare come un signor no, un signor sì, un tecnico contro o pro inceneritori e diavolerie varie. Sarebbe riduttivo. E anche la cronista più velenosetta si chiede: ma perché l'assessorato all'Ambiente della Regione Campania sinora è stato la terra di colonizzazione politica con il record di 5 poltrone cambiate in cinque anni? Perché Bassolino ci ha condannati alla politica in eterno, quando esisteva nel mondo mister Ganapini? Sulla sua scrivania ci sono due o tre cartelline. In una tiene tutta la corrispondenza con i maggiori industriali del settore. Uno di questi è Manlio Cerroni che dopo aver parlato con Giorgio Napolitano ha deciso di mettere a disposizione konw how e mezzi, gratuitamente, per il revamping dei 7 impianti di cdr.

In venti giorni a Palazzo Santa Lucia oltre ad un cdr inattivo ma nuovo di zecca cos'ha trovato?
«Delibere e decreti di spesa per venti milioni di euro erogati per la differenziata e mai usati».

E perché?
«Dinanzi al trascendente mi fermo. Ma stiamo mettendo sotto controllo la spesa perché questo non è l'unico caso».

Cioé?
«Ce ne sono altri 100 da destinare per impianti di compostaggio. Se un comune vuole essere autosufficiente deve essere messo in condizione di esserlo. Ma accadono cose strane».

Cioé?
«Abbiamo trovato 12 impianti di compostaggio a Giffoni e dintorni mai montati, ancora imballati, che stavano lì dal 2002. Da quando cioé il commissariato ha fatto una gara d'appalto e l'ha vinta un'azienda di Alessandria. Che non è stata pagata e quindi se li è ripresi. Ora io ho messo in contatto l'imprenditore con De Gennaro e probabilmente la vicenda andrà a finire con una transazione e gli impianti verranno montati in 40 giorni. Non è vero che non c'è chi vuole investire qui. Ce ne sono tanti».

Qual è il suo piano antiemergenza?
«In Campania si producono 7 mila tonnellate al giorno di rifiuti. Per me dobbiamo arrivare al 20 per cento di differenziata, basta poco, se pensiamo che gli obiettivi di legge sono tre volte tanto. Il 20 per cento è 1400 tonnellate al giorno ed è la capacità media dei 7 cdr, che sono lo scheletro della vera soluzione del problema. Ben progettati e realizzati, ma gestiti finora in maniera sabotatoria».

Le restanti 5600 tonnellate?
«Arrivano agli impianti e subiscono il trattamento meccanico- biologico così da avere il 30 per cento di peso in meno. Vale a dire ulteriori 700 tonnellate. Il che vuol dire che dai 7 cdr escono 3500 tonnellate di prodotto secco e pulito a costi contenutissimi che verranno portati a inceneritori o gassificatori ».

Continua a essere contro Acerra?
«Acerra deve essere completato. Ma nel frattempo cosa manca a questo schema?».

Cosa?
«Quando ho risolto l'emergenza milanese, in strada c'erano 40 mila tonnellate. È vero che qui ce ne sono 120 mila, ma a Milano non c'erano impianti, qui sì. In Campania manca la macchina cioé le aziende dei servizi. Ma io sono in Regione e posso poco».

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